Recensione “Centaurea. Storie della nuova era” di Norma Tarditi

Nath:

Non so nulla della Seconda Terra se non che non è la Quarta, quella in cui sono nata e cresciuta, e tanto mi basta.
Non so nulla della comunità in cui mi ritrovo a vivere se non che è un luogo in cui ho un tetto sulla testa, del cibo e protezione da bestie mutate e puri, e tanto mi basta.
Non so nulla di Reks se non che è il mutaforma immortale che mi ha salvato la vita e… No, questo rischia di non bastarmi. Ma sarà molto meglio che io trovi il modo di accontentarmi, perché Reks è legato da sempre a qualcuno che non sono io.

Reks:

Una mortale, immutata, dal sangue impuro. Questa è la ragazza che ho salvato, questo l’ennesimo tiro di quel Disegno che mi tormenta con le sue trame fin dall’inizio della mia vita immortale, questo il mistero che il comandante della comunità vuole che sveli.
Lo farò perché devo obbedire, lo farò perché ogni distrazione dalla mia rabbia e dal mio dolore è la benvenuta e lo farò perché Nath saprà sorprendermi non poco.
Quello che non farò sarà avvicinarmi a lei, perché nella vita ha già sofferto fin troppo e non ha bisogno delle attenzioni di un immortale che non potrà mai darle più di una notte.
Non lo farò, anche se più tempo passerò con lei più ne sarò attratto. Non lo farò, perché so che non potrò mai sceglierla. Non lo farò, anche se i miei istinti mi porteranno a volerla sempre più vicina…

Nath era brava a nascondersi,
ma io ero bravo a cercare.”

 

Una storia della Nuova era, un viaggio dalla quarta alla seconda terra, la speranza di una vita migliore per la giovane Nath, nonostante le incognite.


Le prime pagine del romanzo ci trasportano sulla nave insieme alla protagonista e all’incertezza di quello che il futuro le riserverà; ma quando si ha un passato da cavia nel Contenimento, qualunque alternativa sembra essere migliore.
Poi tutto diventa caos: il naufragio, il recupero da parte di un gruppo di innaturali, il viaggio sul cingolato per poi ritrovarsi con un tetto sulla testa, cibo buono nel piatto e abiti puliti; per una con il suo passato è un buon passo avanti e Nath, che ha imparato a gestire le sue emozioni, cercherà anche in questa situazione di adattarsi senza dare nell’occhio.

Cosa è diventata Nath dopo gli esperimenti nel Contenimento, cosa avrà causato la tox al suo organismo? Non è pura, non è immortale, non ci sono mutazioni… questa sua ambiguità susciterà la curiosità di Kadhi, ai vertici della comunità che l’ha accolta, e l’interesse di Reks, l’ immortale che l’ha salvata.

Il dubbio di essere finita da una prigione all’altra la coglie, le parole non dette, le sensazioni percepite la mettono in allarme.

Nath è una ragazza forte, resiliente, osserva, deduce, non mostra i suoi timori; cerca di sopravvivere in questa realtà che nasconde sotto l’ideologia dell’aiuto comunitario, un intento differente. Nessuno che è al potere è immune dal farsi travolgere e questo trasforma una buona idea in dispotismo.

Fra una missione e l’altra Nath si ambienterà sempre più alla sua nuova “famiglia” e la vicinanza con Reks le creerà turbamenti inaspettati.

 

Avevamo già sentito parlare di Reks negli altri volumi della serie, era l’immortale che si era legato a Gale di Helichrysum e che era rimasto devastato quando lei aveva spezzato il loro legame. Vivere sapendo che non potrai amare più nessuna donna perché per te il legame ti vincola ancora all’unica che non ti ha più voluto, è devastante. Ma qualcosa in Nath lo sorprende da subito, una traccia nell’odore del suo sangue, il suo carattere:

 

“Tu, coraggiosa anche in un mondo sconosciuto, ironica al limite dell’impudenza, sfacciata, intelligente e acuta, bellissima, sensuale e particolare; tu, impossibile da incasellare, mistero che mi sono ritrovato a voler risolvere mentre senza che neanche me ne accorgessi scivolavi fra i miei pensieri e nella mia vita”

 

Due esseri diversi che trovano sempre più affinità, giorno dopo giorno si affiancano, si apprezzano e approfondiscono la conoscenza.


Tutti i romanzi di Norma partono in sordina per poi esplodere e mostrarci il disegno, questo ha mantenuto questo ritmo ancora per più tempo facendomi impazzire perché ero sicura del suo schema: il colpo di scena sarebbe arrivato, la narrazione avrebbe iniziato la sua corsa frenetica. E così è stato, pagina dopo pagina ho vissuto la stessa incertezza di Nath, ho sentito crescere in Reks un germoglio che si è schiuso lentamente e poi la tanto attesa svolta è arrivata e ho ritrovato quella sensazione di meraviglia che i suoi romanzi mi danno. Ma l’attesa è stata troppa e l’eccessiva aspettativa ha scalfito un po’ il tutto.

Quindi abbiate pazienza, perseverate e avrete il vostro premio, fatto di chiarimenti, emozioni e passioni.

 

Anna

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