Whyborne, Griffin, e i loro amici hanno fronteggiato cultori, mostri e stregoni. Ma la sfida più
grande gli si è appena parata davanti.
Durante il viaggio di ritorno da Balefire Manor, Whyborne riceve la peggiore notizia possibile:
Widdershins è caduta sotto l’attacco violento dei Fideles e dei loro servitori. C’è ancora tempo per
fermare il ritorno dei Padroni, ma diminuisce sempre di più.
Assieme a Christine e Iskander, Whyborne e Griffin devono raggiungere Widdershins per
affrontare l’ultima prova e decidere il destino del mondo, una volta per tutte.
“Sono pronti. Combatteranno. No, combatteremo. Insieme.”
Diversamente dal solito ho voluto iniziare con una citazione perché credo che racchiuda in pochissime parole l’intero libro di cui, cari lettrici e lettori Sale e Pepe, oggi andremo a parlare, mi riferisco a “Deosil” (edizione italiana), undicesimo ed ultimo capitolo della serie Whyborne e Griffin, di Jordan L. Hawk.
Ritroviamo i nostri amici pronti a tornare a Widdershins dopo aver sconfitto Nyarlathotep e distrutto Balefire Manor, insieme a loro però si trovano anche gli Endicott, trasformatisi ormai in inaspettati alleati, sanno che ad attenderli ci sarà l’ultima battaglia e sanno che dovranno mettere in gioco tutto ciò che hanno.
“«Se la nostra scelta è di alzare le mani e andarcene, o di combattere e continuare a farlo, anche se non si vede la fine della battaglia, io so cosa sceglierei.»”
Già da subito la situazione si complica e l’intero libro è un susseguirsi di eventi inaspettati, scontri travolgenti e macchinazioni complesse, che vedranno protagonisti tutti i personaggi che ho imparato a conoscere ed ad amare.
Non starò qui a dirvi cosa succede, ma vi dirò che questo libro secondo me rappresenta un viaggio nel viaggio, infatti, tramite ciò che avviene tra queste pagine, l’autore sembra voler ripercorrere il loro cammino, con riferimenti ai luoghi magici e mostruosi dove si sono ritrovati a lottare Whyborne e Griffin: Fallow, Draakenwood, Threshold, l’Alaska e poi portando, o meglio riportando anche dei personaggi dal passato.
Insomma Hawk ha finalmente mostrato l’intera rete di intrighi che aveva iniziato a tessere sin dal primo libro e l’ha fatto in modo meraviglioso.
Sono allo stesso tempo emozionata e triste di dover scrivere quest’ultima recensione, perché questo libro è stata la degna conclusione di una serie che mi è entrata nel cuore, facendomi innamorare di tutti i suoi personaggi.
Li sento e li sentirò sempre quasi come degli amici e mi mancheranno moltissimo,(ecco perché sono sicura che partiranno delle riletture random di tanto in tanto).
Ho amato Whyborne, un filologo introverso, ingenuo e impacciato, ma col cuore enorme. Ho creduto in Griffin, un problematico ex Pinkerton, ferito e in cerca di accettazione, che ha trovato se stesso e l’amore arrivando a Widdershins.
Mi sono rivista nella brusca, prepotente, saccente e fortissima archeologa Christine, sicuramente uno dei personaggi femminili che più ho amato in anni di letture.
Ho accolto nel mio cuore anche Iskander, il suo amore, la sua cui pazienza da santo, le capacità in campo archeologico e il talento nella lotta con i coltelli l’hanno reso perfetto per stare fianco a fianco con l’indomabile Christine.
E come dimenticare Persephone, la gemella coraggiosa e potente, pronta al sacrificio tanto quanto il fratello Whyborne.
Ma insieme a questi anche i piccoli personaggi secondari saranno sempre nel mio cuore, ognuno di loro è speciale, ma d’altronde non può che essere così, perché è stato Widdershins a unirli.
“A tutti coloro che Widdershins ha raccolto lungo questo viaggio: Siete visibili. Siete importanti. Siete amati. Bentornati a casa.”
Questa dedica da parte dell’autore basterebbe per descrivere come mi sento, perché si, io mi sento parte di Widdershins e Widdershins sa chi gli appartiene, per cui non mi dimenticherò mai di questo splendido mondo e dei suoi protagonisti.
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