“Chissà se anche Luigino ha iniziato a pensarla come me e per questo ha cominciato a mettersi le camicie con le angurie. Era demenza senile oppure aveva semplicemente iniziato a volersi bene?” Luigino, novantenne di Mestre che vive in compagnia delle sue galline, una mattina sparisce senza lasciare traccia. Un riluttante commissario siciliano, che odia il Veneto e sogna il trasferimento, sarà costretto a farsi carico delle indagini, ma la vera investigatrice – caparbia e inarrestabile come la sua mentore Jessica Fletcher – sarà Alice: una ragazza che si autoproclama “l’influencer di Mestre” e che non smette di ficcare il naso al bar, alle poste, al gingerino pomeridiano delle amiche della zia e, soprattutto, all’interno della stessa casa di Luigino. Guidata dai principi e dagli insegnamenti della sua adoratissima Signora in giallo – tra cui: “Anche la tua amica può essere un’assassina”, “Se qualcosa non torna, è meglio ficcare il naso” e “Chi ha bisogno di dimostrare il proprio valore non vale poi molto” – della quale non perde una puntata, Alice inizia a scoprire qualcosa di più sulla vita e sul mondo di Luigino, che sotto molti aspetti sono simili ai suoi. Tra colazioni al bar per carpire informazioni ai vecioti di Mestre, goffi pedinamenti e scelte coraggiose (sul filo della legalità), Alice ci racconta anche un po’ di sé: del disturbo d’ansia generalizzata di cui soffre, di come ha fatto in qualche modo i conti con questa realtà, di anni trascorsi a rincorrere le cose sbagliate e delle sue relazioni amorose disfunzionali. Una storia appassionante, ironica e potenzialmente verissima, che ci invita a ricordare che “non è mai troppo tardi per fare ciò che ci rende felici, nemmeno se abbiamo novant’anni e siamo più di là che di qua”.
Non leggo mai romanzi scritti dagli influencer, ma per Alice ho fatto uno strappo alla regola.
Solitamente i romanzi di questi personaggi sono auto celebrativi ma, conoscendo Alice, seppur virtualmente, sapevo che non sarebbe stato questo il caso.
Amo il Veneto, è meta delle mie vacanze negli ultimi venti anni (lo so, il mare bello è altrove, ma il “mio” mare è quello della laguna veneta) e quando ho scoperto questa ragazza di Mestre che parla in dialetto nei suoi video, be’ mi sono sentita subito come “a casa”, fra i miei cari amici.
Ho voluto dare quindi una chance a questo romanzo dalle sfumature gialle ambientato a Mestre dove Alice è la protagonista che indaga sulla scomparsa del novantenne Luigino.
L’Alice del romanzo rispecchia fedelmente quello che l’autrice ci ha sempre mostrato della sua vita: amante dei gatti, auto ironica, generosa col prossimo; la signorina influencer si scontrerà col commissario Lo Casso (ops Lo Cascio) affascinante quarantenne siciliano che mal la sopporta, per il suo parlare in veneto sui social.
Come una Jessica Fletcher lagunare, Alice raccoglierà indizi sulla scomparsa del vecioto ma riuscirà anche ad intervallare la narrazione dei fatti con le sue personali considerazioni sulla vita.
Alice è una bella persona ma, come buona parte delle nuove generazioni, ha una scomoda compagna: l’ansia. È stato un bel monologo quello che ha fatto per descrivere questa scomoda convivenza, rendendo semplice la spiegazione di quello che sta diventando il male del secolo.
In questo romanzo carinissimo molti personaggi coloreranno le vicende, fra un piatto di bovoletti, un’ombra di vino o un gingerino, verranno analizzati gli indizi e rivelati intrallazzi inattesi.
Il “povero” commissario Lo Cascio, orfano della sua bella terra, inizierà ad apprezzare questo popolo dal cuore d’oro e la goffaggine della bella Alice.
Ci saranno situazioni particolarmente esilaranti che lasciano con il sorriso sulla bocca.
Signori, da milanese di nascita, mi rammarico di non sentire più parlare el dialett nella mia città ed è una grande perdita di identità; cosa che in Veneto ancora si mantiene anche nei giovani, quindi viva il dialetto e viva questa terra che con la sua brava gente mi ha sempre fatto sentire a casa. Brava Alice per mantenerlo vivo anche sui social!
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