Lei è la più folle promessa della ginnastica artistica.
Lui il suo irreprensibile coach dagli occhi di ghiaccio.
Cosa può andare storto?
Mi chiamo Eva Montebello, e sono una promessa della ginnastica artistica.
Allo sport ho dato tutto, ma non so se ne è valsa la pena.
Non ne posso più.
E non me ne frega niente se la mia allenatrice mi ha affibbiato questo bellissimo coach russo dagli occhi blu.
Non mi importa nulla se è un campione olimpico.
E nemmeno se tra di noi volano scintille.
Non lo sopporto, e nemmeno lui mi sopporta.
La mia carriera oramai è finita. Prima lo capisce, meglio è.
Sarà un disastro.
Allora, perché non posso fare a meno di desiderare di baciarlo?
Mi chiamo Oleg Petrov.
Sono stato un campione olimpico, l’orgoglio del mio Paese.
Ma nessuno sa che ero solo un guscio vuoto.
Sono sparito dai radar, e quando è arrivata la proposta di allenare una giovane atleta, ho pensato che fosse l’idea migliore per ricominciare.
Non avevo calcolato l’effetto che mi avrebbe fatto.
Eva mette a nudo ogni mia debolezza.
E non posso fare a meno di desiderarla con tutto me stesso.
Anche se è sbagliato.
In palio ci sono le Olimpiadi.
Non può essere sesso, né tantomeno altro.
Sarà un disastro.
Quale gara riusciremo a vincere?
E quale perderemo, insieme ai nostri cuori?
Soddisfattissima!
Vi parlo con il cuore in mano, appena ho preso il libro e ho guardato il numero di pagine, ho avuto un mezzo mancamento, la prima domanda che mi sono fatta è stata: ma cosa mai avrà avuto da dire in quasi 500 pagine? La paura devo dirvi che è stata tanta, perché la mia mente è corsa a scenari catastrofici in cui ci sono scene trite e ritrite e portate all’esasperazione pur di allungare il brodo.
La verità però è ben altra, perché è vero che sono tante pagine, ma la storia è talmente bella e scorrevole che quasi non te ne accorgi e arrivi alla fine fin troppo velocemente.
Inizio subito con il parlarvi dei protagonisti, Eva, una ragazza di diciannove anni che è vissuta per la ginnastica sin da quando era bambina, per lei lo sport era un gioco, le permetteva di divertirsi e di vincere, ma un brutto infortunio cambia qualcosa in lei, la paura prende il sopravvento e quello che era un bellissimo sogno, diventa una trappola, una costrizione, una rete da cui non riesce più a spiccare il volo.
Oleg, qui ve lo dico ci sta bene uno di quei sospiri che vengono dal cuore, russo, meraviglioso e pronto a tutto pur di riscattarsi. Il gelido siberiano è una macchina, non sa cosa significa provare sentimenti e sentirsi amato a sua volta, la sua vita è sempre ruotata intorno alla ginnastica, la vittoria e l’onore erano le uniche cose a cui doveva prestare attenzione. Cosa succede, però, quando un’incidente ti porta via l’unica cosa per cui sei vissuto fino a quel momento? Per la patria Oleg non vale più niente, così come non vale più niente per la sua famiglia e l’unico modo per sentirsi meno solo e giudicato è partire per l’Italia e iniziare ad allenare una ragazzina che non ha più la luce negli occhi e la grinta per vincere.
Sin dal loro primo incontro ci saranno scintille, di che natura siano queste scintille non ve lo svelo, perché è bello leggere di loro, ma sappiate che i binari di una montagna russa saranno molto più lineari e comodi rispetto al rapporto che c’è tra i due!
Cosa succederà tra questi due ragazzi che, in un modo o nell’altro, sono costretti a coesistere?
E se tra i due nascesse qualcosa di bello e spaventoso allo stesso tempo?
Riusciranno a volare insieme o le loro strade sono destinate a separarsi?
La storia di Eva e Oleg entra nel cuore dei lettori, per la loro vita, per la loro educazione, ma soprattutto per quel meraviglioso sentimento chiamato amore che entrambi scopriranno insieme per la prima volta.
Vi innamorerete follemente di Oleg, per la sua sensibilità, il suo non sentirsi mai all’altezza e la fragilità con cui affronta le cose, vi innamorerete di Eva, per la sua grinta, la sua lingua lunga e la sua voglia di stare accanto a Oleg.
La Pigozzi ci porta a conoscere il mondo di Eva e Oleg e della ginnastica a livello agonistico, ci porta a vedere i sacrifici e le negazioni che questi ragazzi sopportano giornalmente, ci fa conoscere la felicità di una vittoria e la delusione di una sconfitta, ma soprattutto ci fa toccare con mano il miracolo chiamato amore e la forza che scaturisce dalla parola amicizia.
Divorato! Vi assicuro però che ne avrei voluto ancora!
Lascia un commento