Recensione “IL DESTINO DI DUE CUORI” di Maria Cristina Stilo

California, 1856. La famiglia Marshall parte da New York in cerca di fortuna a San Francisco. Ma Priscilla, giovane e seducente donna, troverà un altro tipo di fortuna: Marc Mackenzie, allevatore dall’oscuro passato. In un tira e molla fatto di incomprensioni e desideri, i due giovani scoprono che la vera fortuna da conquistare è l’amore che unisce due cuori destinati a incontrarsi.

 

Siamo a metà del 1800 nel periodo della “corsa all’oro”, in America.

New York si spopola e la famiglia di Priscilla, composta da lei, il fratellino Samuel e il padre vedovo, decide di andare in California intraprendendo un viaggio che circumnaviga tutta l’America del Sud. Durante il viaggio il padre muore e Priscilla si trova in terra straniera col fratellino a doversela cavare da sola. Una serie di fortunati eventi la porta in un albergo dove troverà lavoro, alloggio e affetto. La Signora Webb, la titolare, però, ha la sindrome di Cupido e cerca di sistemarla con il proprietario di un ranch: un uomo più grande di una decina di anni rispetto alla ragazza, dal comportamento secco ma affascinante. I due si invaghiscono immediatamente uno dell’altro e gli eventi viaggiano in modo fin troppo spedito rispetto alle tempistiche che solitamente erano consone a quei tempi.

Il personale dell’hotel si sente subito in dovere di fare da famiglia adottiva ai due ragazzi, soprattutto la sig.a Webb, che vede nei due giovani quella famiglia che ha perduto.

La cosa che mi ha perplesso di più in questo romanzo è stata la serie di circostanze fortunate che questa ragazza ha avuto dal momento in cui scende dalla barca e le tempistiche del racconto che fanno passare in un soffio sia le settimane di navigazione (che sarebbe stato interessante approfondire), che anche il resto del racconto.

 

I personaggi non mi hanno conquistato particolarmente, ovviamente, dei due, quello che rimane più affascinante è il ranchero Marc Mackenzie, “l’uomo che non deve chiedere mai”, un duro segnato da traumi del passato. Mackenzie si invaghisce subito di questa bellissima ragazzina florida, anche se cerca di sminuire i propri sentimenti. La ragazza, dal suo canto, non ha dubbi su quello che prova per il bel ranchero ma, se la sua testa le dice che non deve cadere in tentazione, che non si fa, ecc ecc, ecco che le mani già stanno sollevando le sottane. Lungi da me fare la puritana, ma non ho trovato questo comportamento in linea con quello in uso fra le brave ragazze dell’epoca.

Ecco, possiamo dire che i due hanno in comune le idee poco chiare ma gli ormoni che girano a mille, che mandano a monte ogni reticenza.

L’immaturità della ragazza si percepisce nettamente ogni volta in cui qualcosa non gira nel verso desiderato e vuole chiudere la relazione di netto, lasciando basiti noi e Marc.

Mi è piaciuto? Nonostante le sue pecche l’ambientazione mi è piaciuta, anche se avrei preferito più dettagli storici nello svolgimento della trama e non solo nella nota alla fine del romanzo, però almeno si è tentato un approccio più originale.

Anna

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