Recensione “Il fato di Lènnakos” di George C. Davies

 

Forse gli Dei conoscono le risposte alle domande degli uomini, ma le loro vie sono misteriose e spesso crudeli. Cercando di salvare la sua famiglia e la sua città, Isabel di Lènnakos lo scoprirà a proprie spese.

Isabel vive a Lènnakos insieme al fratello Luk e al padre Thomas. La famiglia è tormentata dal ricordo della madre, Annabel, scomparsa anni prima nella misteriosa foresta di Teison. Spinta da visioni avute in sogno, la giovane decide di andare alla ricerca di qualche indizio che le consenta di comprenderne la ragione e, grazie alla complicità del fratello e all’aiuto del nonno, Dèfal, si mette in viaggio con la speranza di incontrare gli unici che potrebbero conoscere la verità, gli Dei.

La sua ricerca, però, la conduce a esiti inaspettati: Isabel non ottiene notizie sulla scomparsa della madre, ma le viene rivelato che un pericolo mortale incombe sulla sua città: un antico nemico, il “Re Immortale” Promenlock, sta tornando per combattere contro Lènnakos.

Questa notizia scuote la ragazza, che dovrà lottare contro più di un avversario per tentare di salvare le persone che ama e cercare di arrivare alla tanto agognata verità.

 

Ci ho messo davvero tanto a iniziare a scrivere questa recensione e il motivo è che non sapevo cosa scrivere: sono stata indecisa, non ho ben capito se mi sia piaciuto o meno il libro e quindi ho cercato di mettere su carta cosa mi è piaciuto e cosa no.

 

Il libro è scritto bene, è scorrevole e non ha intoppi di trama. Mi sono chiesta più volte, però, se non potesse essere un po’ più lungo, l’autore, forse, avrebbe potuto raccontare meglio e più dettagliatamente il viaggio di Isabel. Di contro, se fosse stato più lungo, avrebbe potuto annoiare…

La storia è decisamente cruda, violenta e piena di morte e non fa nessuno sconto ai poveri protagonisti che non possono fare altro che soffrire e dimostrare quanto siano forti e capaci di sopportare di tutto.

Ciò che ho capito essermi mancato è il sentimento: il racconto, dal mio punto di vista, pecca di emozione. Non sono riuscita a immedesimarmi nei personaggi, né a entrare nella storia. Sono rimasta un’osservatrice esterna che ha potuto sì apprezzare la costruzione della struttura del libro, i personaggi e il world building, ma non è riuscita a connettersi ad essi.

Il fatto che mi ha confusa di più è proprio questo: è un libro ben strutturato, con una storia che regge ma non mi dà emozioni.

Comunque sono convita che possa piacere a molti altri amanti del fantasy.

 

samanta

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