Un dark fantasy romance dalle atmosfere fatali, un viaggio ultraterreno tra il bene e il male, un destino da portare a compimento e un Oscuro potere che minaccia di distruggere il mondo. Il Figlio del Caos è un angelo tormentato, passionale, seducente, proprio come l’entità a cui è votato. La Figlia della Morte è impalcabile, vendicativa e bellissima. Insieme, sono inarrestabili. Cosa succede quando le ombre si allungano fino al Paradiso? Sarà la Luce o il Caos a disperderle?
Note/Disclaimer: Il figlio del caos fa parte di una serie, è necessario aver letto La figlia della morte per capire la storia. L’autrice ha scelto di invertire la pubblicazione del secondo e del terzo volume, privilegiando l’ordine cronologico a livello narrativo a quello di pubblicazione originale.
Secondo volume della Dark Provenance, il figlio del Caos ha un’incredibile crescita personale e “professionale”, se così vogliamo chiamarla. Ma c’è un grandissimo non detto, c’è un po’ troppo di non detto. La storia di fondo sarebbe stata molto interessante se affrontata in maniera più approfondita, se si fosse parlato un po’ di più dei vari cambiamenti in Paradiso e all’Inferno.
Mi è piaciuta la storia di Evangeline, ma ci si è soffermati tanto su di lei, nonostante il titolo facesse riferimento a Xai. Vero è che i due sono talmente connessi l’un l’altro che ciò che accade a uno si ripercuote sull’altro. Sono talmente concentrati su loro stessi da non rendersi conto di ciò che accade loro intorno, pur percependolo. I dialoghi tra i Evangeline e Xai sono un tantino eccessivi sia in lunghezza che nelle parole: parliamo di due angeli millenari, non di ragazzini di 15 anni con gli ormoni a palla.
Il tempo trascorre talmente tanto veloce che anche i protagonisti si perdono nel contare gli anni. Mi è sembrato un po’ un espediente per non approfondire la storia e mi è dispiaciuto veramente tanto. Sarebbe potuto essere un romanzo molto più piacevole.
Non so se le informazioni mancanti si trovano nell’ultimo libro, che sarebbe dovuto essere il secondo, ma qualcosa non torna.
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