Hans Gueber è un affabile pensionato austriaco con la passione per le invenzioni che non servono a nulla e gli orologi a cucù, dotato di un’altezza fuori dal comune: due metri e diciotto. Da quattro anni è alle prese con una missione senza speranza: convincere la sua amata Julia a tornare dall’abisso del coma. Un giorno però arriva una lettera e Hans decide all’improvviso di smettere i panni del marito, padre e inventore inconcludente e di intraprendere il viaggio più incredibile della sua vita. Equipaggiato solo con uno zaino, un misterioso bottone di vetro e una incrollabile fiducia nell’umanità, volerà da un vecchio amico a Praga, ritroverà una meravigliosa cascata in Islanda, finirà tra le comparse di un B-movie in Arabia Saudita, metterà in fuga un elefante e camminerà con i fenicotteri in Tanzania, infine si specchierà nel deserto di sale di Uyuni, in Bolivia. E lungo il cammino incontrerà nuovi compagni di viaggio a ogni tappa, a ciascuno dei quali donerà qualcosa di sé. Il grande Hans è un libro scritto con l’intenzione di parlare al cuore. Narra di persone che si allontanano, di scelte sbagliate, di rimpianti e dell’urgenza che, a volte, penetra in certe vite. E soprattutto della grande capacità che ogni persona possiede, dentro di sé, di recuperare terreno nei confronti dei rapporti trascurati, degli amori perduti e di tutto ciò che la vita gli ha fatto smarrire. Incluso se stesso.
Hi readers Sale e Pepe,
oggi vi parlo del libro “Il grande Hans” di Daniele Grillo edito da Altre Voci edizioni.
Questo libro è stato una lettura inaspettata, ricca di emozioni, che mi ha saputo lasciare qualcosa.
Giorni dopo aver girato l’ultima pagina ancora una piccola parte di me pensa al viaggio fatto con Hans.
La storia del gigante Hans, gigante in tutti i sensi visto che è alto più di due metri, mi ha portata in giro per il mondo (metti tappe) per scoprire non solo alcune delle più belle e caratteristiche mete turistiche, ma anche l’animo della gente.
Ogni tappa mi ha fatto conoscere nuovi luoghi, ma soprattutto nuove persone.
Sconosciuti, che diventano conosciuti, con storie, vite, caratteri diversi, che come unico fattore comune hanno quello di aver incontrato la bontà e la gentilezza di Hans e di esserne rimasti “vittima”.
Il romanzo è diviso in capitoli brevi, quasi tutti dal punto di vista di Hans stesso, che danno un ritmo narrativo ben scandito e cadenzato, forse a ricordare il ticchettio degli orologi di Hans, sua grande passione/amore, o forse, semplicemente, a descrivere il tempo che scorre di cui alle volte non siamo consapevoli e che perdiamo in inutili problemi creati da noi stessi.
Questo libro mi ha ricordato di godermi ogni istante, di vivere il momento, di essere me stessa e tanto altro, tutto in poche pagine.
Un’altra cosa che Hans ha smosso in me è che spero di non dimenticare più e di essere curiosa, perché, come dice lui stesso: “La curiosità è l’unica arma che abbiamo per non farci passare il mondo davanti senza capirne almeno un po’.” E io proverò a capirne il più possibile.
Perché l’alternativa, cito di nuovo Hans, “è ruotare assieme all’asse terrestre, vivere senza farsi domande. Ma giro dopo giro ci si annoia, ragazzi: dalla vita ho capito soprattutto questo. Molto meglio muoversi, scendere, risalire, sbagliare, riprovare. L’ho fatto mille volte, e ancora non ho voglia di smettere.»” E io non voglio che mi capiti, anzi, non voglio smettere di vivere, magari non sempre fisicamente come Hans, ma anche solo attraverso i libri, mille avventure.
Amore, passione, gioia, tristezza, paura, solitudine, serenità, sono tutte quelle emozioni che Hans mi ha fatto provare e sono convinta che le darebbe provare anche a voi, quindi leggetelo.
ps. Ringrazio Valeria per la copia di questo libro, avevi ragione: Hans è proprio un grande !
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