Un pericoloso manoscritto è stato rubato dalla sede centrale della Tirannide, un’organizzazione mondiale che vigila sugli essere umani e non.
Jacob Cavanon I è un Giustiziere che milita fra le sue fila da quasi duecento anni, dà la caccia a tutti coloro che violano le regole.
Febe Ferrari è una donna esuberante e solare, ma è anche una strega che ha deciso di allontanarsi dal mondo delle Congreghe. Tuttavia, sa di non poter sfuggire al proprio destino.
Jacob e Febe si troveranno ad affrontare nemici potenti, verità a lungo taciute, segreti di famiglia e obblighi dal sapore antico, mentre saranno impegnati ad affrontare le proprie paure, i propri demoni e la passione crescente che li attrae implacabile.
Da giustiziere a balia per streghe il passo è breve ed è la situazione in cui si viene a trovare Jacob Cavanon I, Giustiziere della Tirannide, un mezzo demone con un’avversione marcata verso le streghe, quando i suoi superiori gli affidano la vita di Febe Ferrari:
“Volete affidare a un demone che odia le streghe una strega che se ne va in giro ad aggredire demoni?”
Le competenze di un giustiziere sono altre: in un mondo dove creature “speciali” dividono l’aria che (non) respirano con gli umani, lui si occupa di stanare quelle che, non seguendo le norme comportamentali essenziali per una pacifica convivenza, mettono a repentaglio tutto il mondo sommerso. La Tirannide è l’organizzazione per la quale lavora e si occupa di preservare i difficili equilibri fra i due mondi.
“L’antica istituzione trasversale che coinvolgeva tutti i Paesi, tutte le religioni, tutti gli strati sociali”
Jacob, noto nell’ambiente della Congrega come l’ammazzastreghe, è uno dei Giustizieri più spietati ma si sorprenderà a provare un’apertura e un’attrazione per la Ban-draoidh (fattucchiera); Febe gli dimostrerà quanto sia così splendidamente cristallina ed empatica e fremeremo con i personaggi, cogliendo a piene mani i segnali di un’intesa assoluta. Febe si è allontanata dalla Congrega per poter vivere in modo normale e sfilarsi, fino a quando le sarà possibile, da un mondo che l’ha già predestinata.
Mentre il mondo prosegue con le sue brutture, i personaggi si ritagliano un’esistenza apparentemente pacifica nel castello scozzese dove, oltre a Jacob, vive una coppia di vampiri che si occupa della gestione domestica: Mason e Margaret.
Inizialmente intimorita dall’essenza dei due, Febe imparerà a conoscerli e ad apprezzarne la compagnia; quello che nasce come un ritiro forzato per proteggerla da chi vorrebbe sfruttare i suoi poteri con il più potente e maligno libro di incantesimi, si trasforma nell’occasione per conoscere meglio Jacob e riuscire a guadagnare la sua fiducia e il suo amore, anche se la situazione che stanno vivendo propenderebbe a dover mantenere un rapporto di tipo professionale, soprattutto per il costante pericolo in cui si trovano.
“Non posso precludermi la felicità solo per paura che finisca e, soprattutto, non posso privare nessuno dei due della possibilità di provarci. Anche se durerà solo un giorno, sarà un giorno che varrà la pena di essere vissuto”
Tanja Mengoli l’ho conosciuta con “La profezia dei caduti” che ho reputato il miglior romanzo fantasy letto lo scorso anno e, a ritroso, sto recuperando pian piano tutti i suoi lavori.
I suoi Urban fantasy mettono sulla scacchiera personaggi affascinanti e solitamente non appartenenti al genere umano. Aprire un suo libro è una scarica di adrenalina perché non ci si perde in chiacchiere e l’azione è subito protagonista. Altro marchio di fabbrica è l’accoppiata vincente che si crea fra protagonisti che, sulla carta, non risulterebbero propriamente compatibili.
Sono slow burn con una punta spicy che ci appassiona, con misteri da risolvere, pericoli tangibili che vanno fatti saltare per aria e molta suspance. Spero sempre nel lieto fine anche se spesso ci si arriva in modi inaspettati e con un po’ di amarezza.
Apprezzo sempre la lunghezza corposa dei suoi romanzi che ci consente di analizzare per bene personaggi e situazioni riuscendo a fidelizzare il lettore pagina dopo pagina.
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