Il patto delle aquile è un interessante romanzo storico che, pur avendo per protagonisti dei personaggi inventati, ripercorre una vicenda comune a molti soldati durante la Seconda Guerra Mondiale. I protagonisti, membri di una squadra dell’esercito americano, vengono infatti inviati sulle montagne del Nord Italia come supporto alle bande di partigiani che, dopo lo sbarco degli americani, tentano di stroncare la Repubblica di Salò. Ma lo scopo comune non basta a unire i soldati, al comando del capitano Micheal Salmi, con gli indigeni, che li vedono come stranieri, intrusi in una guerra che non è loro; ne consegue che la situazione è sempre più tesa. Oltre alla trama, che ha anche il merito di trattare un aspetto della guerra noto a tutti ma spesso solo con superficialità, il punto di forza del romanzo è una scrittura lenta ma non noiosa, che è di certo frutto di un grande lavoro di rifinitura; è grazie a essa che il lettore riesce a superare anche i momenti in cui la trama si ferma per dar spazio all’esposizione. Leggendo le pagine di questo romanzo, emerge chiaramente il clima teso che regnava in Italia negli anni ’40, caratterizzato da odio e paura. E da questo clima sono profondamente influenzati i personaggi, che parlano e agiscono come figli dei loro tempi; si tratta di un elemento niente affatto scontato, in un’opera scritta decenni dopo il periodo in cui è ambientata.
Romanzo che potrei definire più un romance in tempo di guerra che uno storico con una storia d’amore.
Narra le vicende di Michael, capitano dell’esercito americano, che viene paracadutato nel nord est italiano durante il ritiro delle truppe naziste. Incontra Fanny staffetta della resistenza che lo trae in salvo e insieme cercheranno di portare a termine la missione sotto copertura che Michael deve compiere. Avranno diverse vicissitudini durante le quali si sosterranno e inevitabilmente si innamoreranno.
Il romanzo aveva buone potenzialità, l’autore ha fatto lavoro di ricerca, ma secondo le mie aspettative non è “partito”, è anche abbastanza breve quindi probabilmente avrebbe potuto essere approfondito un po’ di più.
I personaggi in sé non sono male: Michael è un ragazzo responsabile, uno abituato a gestire le situazioni, un leader. Fanny è una ragazza che ormai ha visto tutto il brutto della guerra, ma non demorde e cerca di sopravvivere. Il loro amore nasce in mezzo agli orrori di una guerra, vivono il qui e ora, perché un domani potrebbe non esserci.
Bene ma non benissimo, non mi ha coinvolta.
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