Questo libro affronta il tema delicato e quanto mai controverso degli affidi giudiziari, che si verificano ogni volta che un minore viene allontanato dai genitori per essere affidato ai Servizi Sociali. Gli Assistenti Sociali intervengono ogni volta che reputano che i genitori non siano sufficientemente adeguati nell’espletare la loro capacità accuditiva.
Nello specifico, il saggio delinea l’argomento da più punti di vista: inizia con un paio di racconti che pongono al centro dell’attenzione la figura paterna e materna. Successivamente riporta tre casi di chimerismo, dove le “chimere” non sono altro che persone che convivono con due differenti DNA. Il terzo e quarto capitolo riportano due casi di cronaca vissuti da un punto di vista processuale, e per questo sono narrati seguendo tutto il loro iter giudiziario. In ultimo, il quinto capitolo a cura del Dott. Paolo Cioni pone l’accento sulla figura dello psichiatra che in ambito di affidi svolge un ruolo fondamentale: verificare e garantire la salute mentale del bambino e dei suoi genitori.
Quando ho terminato di leggere questo saggio, mi sono chiesta se fossi capace di recensirlo, come mi era stato gentilmente chiesto dall’autrice stessa, Andrea Cangiotti. La mia paura principale era quella di banalizzare un argomento che non conosco e di male interpretare un linguaggio che non mi appartiene.
Suddiviso in diversi capitoli, iniziamo la lettura con due episodi riguardanti gli affidi di minori. In entrambi i casi ci viene fatto capire quanto sia difficile per un genitore avere a che fare con la giustizia in tal settore. Le burocrazia è molto lenta e sembra ci si “dimentichi” di quel bambino, che viene allontanato per quello che si pensa essere il suo bene, e che con molta probabilità si porterà dietro non pochi problemi psicologici.
Si parla poi di “chimerismo” che, in modo fin troppo semplificato, è la convivenza di due DNA nella stessa persona, dovuta a cause diverse.
Vengono affrontati anche i punti di vista giudiziario del mondo degli affidi e quello psicologico. Tre stili narrativi diversi, ognuno dovuto all’autore dei capitoli. Confesso di aver trovato non poca difficoltà a seguire la parte più tecnica, soprattutto quella giuridica, non avendo mai avuto a che fare con un linguaggio simile.
Certo, questo non è un libro da leggere in tranquillità e con spensieratezza, di quelli che apri per staccare la spina. Questo è un saggio che può essere d’aiuto a chi affronta i problemi di affidamento e difficilmente, penso, verrebbe letto da chi non ha interessi specifici nel settore, ma farebbe bene a tutti fare un po’ di chiarezza.
Quello che viene posto, al di là di ogni dubbio, è la mancanza di una collaborazione semplice e veloce tra tutti gli enti e le persone che gravitano intorno al minore, in caso di un affido obbligatorio. È chiaro che non ci sia ancora una linea guida adeguata ai tempi e, spesso e volentieri, il minore in questione, proprio colui o colei che dovrebbe essere al centro della questione, viene lasciato in disparte e abbandonato ad una burocrazia lenta e incapace. Viene anche aggiunto quanto sia facile, per certi enti o persone dare più importanza alla percezione di soldi per la “cura” di questo minore che, in effetti, non si tiene molto in considerazione.
Viene messa in evidenza la difficoltà con cui molti genitori riescono a riportare a casa il bambino e la facilità con cui questo venga portato loro via. Le leggi a riguardo sono antiquate e non adatte ai tempi.
Ringrazio Andrea Cangiotti per avermi permesso di leggere il suo libro e avermi aperto un mondo che non conoscevo.
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