C’è un filo sottile che separa il mondo delle fate da quello degli umani. Mondi diversi e
inconciliabili. Devon non lo sa, ma lui è capace di vederli entrambi. Si è sempre sentito fuori posto,
emarginato, non compreso dai suoi stessi genitori, e vive portandosi dietro il fardello di un senso di
colpa che non lo abbandona.
Kaden appartiene all’altro mondo ed è un rifiutato, un essere sospeso tra bene e male che
sopravvive grazie all’oscurità. Lui deve uccidere il veggente. E il veggente è Devon. Ne va della
sua vita, della vita del suo mondo eppure, non appena incrocia il suo sguardo, sa di non poterlo fare,
perché c’è qualcosa, negli occhi di quel ragazzo, che ribalta tutte le certezze su cui si è costruita la
sua vita a metà. Per la prima volta, Kaden si sente intero e desideroso di un futuro.
Due anime a metà che si completano, ma l’una è destinata a distruggere l’altra per effetto di una
profezia che non lascia loro scampo. I loro sentimenti sono sbagliati, inopportuni, ma inarrestabili.
Come puoi innamorarti di una persona che sai che dovrai uccidere? Come puoi amare qualcuno che
sei destinato ad annientare? In una corsa contro il tempo, sospesi tra il mondo umano e quello delle
fate oscure, i due ragazzi dovranno trovare una strada, l’unica strada che forse potrebbe riportare la
pace tra i due universi. E anche salvare le loro vite.
Hi lettrici e lettori Sale e Pepe,
In questa recensione vorrei parlavi del libro “Il vincolo del rifiutato” di Mariarosaria Guarino edito da triskell edizioni.
Leggendo la trama ho visto che questo libro aveva qualcosa a cui non potevo assolutamente resistere, ovvero la componente fantasy.
Chi mi conosce sa che la magia e i mondi magici che si mischiano alla modernità della città negli urban fantasy come in questo caso sono il mio tallone di Achille, per cui eccomi qui per parlavi di un viaggio tra le Corti Fatate e Philadelphia e tra i cuori di Devon e Kaden.
L’autrice ci presenta due personaggi che, anche se per motivi diversi, vivono la loro vita provando un’immensa solitudine, la sensazione di essere incompleti e di non sentirsi mai abbastanza (e per quanto mi riguarda è stato impossibile non legarsi e provare un po’ di affetto per loro).
Sarà proprio questa sofferenza condivisa tra i protagonisti il motivo per cui troveranno l’uno nell’altro un’anima affine ed è anche la base da cui scaturisce il loro profondo legame.
Qual è il problema se sono così “perfetti insieme”? Che una profezia misteriosa e contorta li vuole divisi: divisi nella vita e dalla morte.
Ora non aggiungerò altro sulla trama e sugli avvenimenti, vi basterà leggere la sinossi per avere qualche indizio in più, passerò però a dirvi cosa ho provato durante la lettura.
Inizio col dire che la storia ruota tutta intorno a Devon e Kaden e alla profezia, senza però chiarire e analizzare tante altre cose, per esempio: il “cattivo” di questa storia mi viene presentato in maniera un po’ superficiale, avrei voluto una caratterizzazione più accurata, stessa cosa direi di qualsiasi altro personaggio secondario che appare, perché ci sono e sono anche molto importanti per la storia, per cui mi aspettavo qualcosa di diverso.
(Questo non so se metterlo)
Credo un tentativo in questo senso sia stato fatto raccontando una parte di un capitolo dal punto di vista di una delle figure secondari di maggior spicco, Jordan, purtroppo però, in questo caso, non ha sortito l’effetto sperato e non ha arricchito la storia.
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Non mi è dispiaciuto però come è stata sviluppata la parte sulla relazione dei due protagonisti, questo amore legato dal destino, che al di là del fato supera tutto, un’attrazione fatale (questa volta è il caso di dirlo) che non lascia scampo, ma che va oltre il solo desiderio e si trasforma presto in qualcosa di forte.
“Si era infilato nella mia vita come un tornado e allo stesso tempo mi aveva sfiorato leggero come un fiocco di neve facendomi sorridere dopo anni di tormento.”
Sono sempre stata affascinata da questo tipo di dinamica in cui i protagonisti sono uniti dal fato, e questa parte della storia è sicuramente quella che è stata analizzata meglio e mi ha convinta di più, per questo la considero un punto a favore.
Invece quanto riguarda gli elementi negativi, oltre la caratterizzazione superficiale di alcuni personaggi secondari, così come vi avevo accennato sopra, ho trovato anche che gli aspetti fantastici non siano sviluppati al meglio.
Questa trama, anche così per com’era, senza aggiungere altri grossi colpi di scena, si prestava ad un libro molto più lungo e approfondito.
Quindi in generale l’assenza più grande per me è una costruzione accurata del mondo magico, perché in effetti non sappiamo praticamente nulla di questi Seelie, della loro magia e del loro mondo, se non quelle poche informazioni date durante lo sviluppo della trama stessa.
Chi, come me, aveva già un infarinata sul genere ha probabilmente colto meglio alcuni aspetti che sono solo accennati ed ha colmato un po’ i piccoli vuoti.
Insomma, ho apprezzato moltissimo l’idea e anche la base della storia, che ho trovato molto carina, ma lo sviluppo per me non è abbastanza ricco.
Questa rimane ovviamente la mia idea e se volete approcciarvi al fantasy senza grosse pretese e magari non avete voglia di farlo con una trama complessa e troppo lunga, il libro potrebbe comunque fare al caso vostro.
Mi spiace che il mio giudizio non sia del tutto positivo e spero che l’autrice provi nuovamente a creare una storia di genere fantasy, perché i presupposti per farlo ci sono.
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