Recensione in anteprima “Affogato” – Serie Caffè dei Segni vol. 1 di E.M. Lindsey

Nonostante il successo nel lavoro, la vita amorosa del proprietario del BrewBiz – Caffè dei Segni è tutta un’altra storia. Perché la relazione più lunga di Caleb è appena arrivata a un punto morto: il suo ex lo ha tradito.

Poi lo ha scaricato.
Pubblicamente.
E il video è diventato virale.

Rassegnato al destino di essere famoso solo perché la sua umiliazione è stata data in pasto a chiunque, Caleb sente crescere in sé amarezza e rancore. Dopo una cosa del genere è facile nascondere i propri sentimenti, ma lo è ancora di più ignorare ciò che il suo cuore vuole veramente, ovvero il nuovo ragazzo che ha assunto, che è talmente ansioso da sussultare persino alla vista della propria ombra.

E poi Bodhi è troppo giovane, troppo bello e troppo dolce per un uomo come lui che non lo merita affatto.
Anche perché Caleb si è comportato in maniera terribile con lui fin da subito, fin dal momento in cui si sono incontrati.

Tuttavia nel passato di Bodhi c’è molto di più, qualcosa che non si nota a prima vista, ma che potrebbe renderlo l’unico uomo in grado di insegnare a Caleb il significato del concetto di amore senza condizioni. Amore senza aspettative.

Il tipo di amore che porta a un vero lieto fine.

HI readers Sale e Pepe,

Oggi vi parlo di “Affogato” primo volume della serie BrewBiz, di E.M. Lindsey.

Posso dire, senza ombra di dubbio, che “Affogato” è uno dei libri con i personaggi più complessi e interessanti che ho letto negli ultimi tempi.

Bodhi e Caleb sono semplicemente meravigliosi e sono il vero punto forte di questa storia.

Bodhi è sordo, ha un impianto cocleare, ma, a causa di una famiglia abusiva che lo ha costretto a “sembrare normale”, sa anche parlare con la voce.

Le difficoltà comunicative di Bodhi però si estendono oltre la sordità, è neuro atipico, autistico.

“Bodhi, semplicemente, non aveva mai saputo come spiegare che sentiva le cose in profondità nel petto, ma che c’era comunque qualcosa simile a un muro tra i suoi sentimenti e il suo corpo.”

Lui è sicuramente il personaggio che ho apprezzato di più, l’autrice l’ha descritto senza l’uso di stereotipi,  raccontando le sue “differenze” senza renderle tali, proprio perché per Bodhi non lo sono. Quella è la sua normalità e questo è esattamente quello che Caleb (ed io attraverso lui) ha imparato conoscendolo.

“«Non devi continuare a scusarti per essere te stesso,» gli disse dopo aver tirato via la mano. Bodhi gli rivolse uno sguardo leggermente vuoto. «Non ti piace quando sono me stesso. Alla maggior parte delle persone non piace.”

L’autismo ha uno spettro molto ampio e non ha una “taglia unica che va bene per tutti”. Alcuni tratti caratteristici di Bodhi riguardano la sfera sensoriale, che significa avere una preferenza per il contatto fisico e il movimento, ma anche momenti di mutismo selettivo che colpiscono sia la voce che la lingua dei segni. Questo sarà uno dei problemi iniziali tra lui e Caleb, la mancanza di un modo fluido per comunicare.

Caleb infatti è sordo ed è un voce-off (non parla) senza impianto cocleare.

Questo significa che la sua unica lingua è quella dei segni, non ha mai imparato la lingua inglese tradizionale e comunica solo con quella ASL.

I problemi però non sono finiti qui, entrambi i protagonisti hanno un passato difficile, fatto di traumi emotivi e fisici, che li hanno portati ad essere fragili ed emotivamente instabili. Per questo, forse più che per i loro handicap, la loro è una relazione difficilissima.

“Le loro menti erano fondamentalmente diverse in modi che non avrebbero mai potuto essere pareggiati. Ma potevano provarci.”

Però, man mano che i due si conoscono, l’autrice mostra come i due instaurino un rapporto di fiducia reciproca che li porta ad aprirsi e crescere insieme e questa è stata la parte per me più significativa.

“Perché sei così?” si ripeteva come un mantra più e più volte nella sua testa fino a quando le parole non avevano più alcun senso. E non aveva mai trovato una risposta se non quella di accettare che era solo il modo in cui era fatto.”

Penso quindi che questo sia un libro che vuole aprire gli occhi, c’è una bellissima rappresentazione dell’ASL lingua principale del testo (che viene tradotta con le sue stesse regole grammaticali). C’è una costruttiva e non banale descrizione di un personaggio autistico, dove le sue atipie non vengono ridimensionate. Infine, c’è un amore, dolce, romantico ma anche vero, pieno di difficoltà, di momenti di tensione, di stalli, ma, come sempre per l’amore vero, forte, potente e profondo.

“«Grazie.» Bodhi aggrottò la fronte. «Per cosa?» «Per essere te stesso.» E oh. Era… Non capì l’emozione che lo stava attraversando, ma era buona. E un po’ dolorosa. Ma non era affatto male.”

Per quanto mi riguarda è una lettura super consigliata, mi ha dato una scossa emotiva non da poco.

Sono decisamente convinta di poter dire che la Lindsey ha una penna magnifica e che i suoi libri sono sempre ricchi e intensi, di quei libri che ti lasciano qualcosa e non si dimenticano facilmente.

“«Mi rendi una persona migliore.» Bodhi gli sorrise. «Mi fai sentire al sicuro.»”

Ho avuto molta difficoltà a scegliere qualche estratto, ho sottolineato tantissime parti e tante di queste mi hanno emozionata parecchio. Alla fine ho preso le prime che mi sono capitate e penso che già così sia sufficiente per capire quanto la storia di Bodhi e Caleb sia stata una lettura magnifica.

ps. Arriverà a breve un intervista con l’autrice !

pps. Chiudo con “«Io? Quello sono… io? Io sono il tuo tesoro?» «Sì, certo.»” 🥺💕

Dani

 

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