1965, tra Parigi e Berlino.
Uno è francese, l’altro è tedesco.
Markus Kord, cacciatore di nazisti, ha inseguito incessantemente un individuo per anni.
Primo Akerman, ispettore di polizia, è un bambino sopravvissuto alla Shoah.
Non hanno nulla in comune, se non il bisogno di giustizia e un passato pesante che la guerra ha segnato per sempre.
Non avrebbero dovuto incontrarsi, eppure qualcosa farà sì che le loro strade si incrocino, cambiando i loro destini per sempre.
Mentre il mondo attraversa il grande periodo rivoluzionario degli anni Sessanta, i due uomini intraprenderanno una lotta per riscattare il passato, affinché nulla venga dimenticato.
Hi readers Sale e Pepe,
Oggi è un giorno particolare, un giorno che, a mio parere, merita delle letture a tema.
Ecco perché vi parlerò di Jäger: Cacciatore di Amelie C. Astier e Mary Matthews.
Jäger racconta di qualcosa, o meglio, di qualcuno, che a volte, quando si parla di seconda guerra mondiale, shoah e di tutto quello che è successo, non viene preso in considerazione, i bambini.
Non solo i bambini ebrei morti nei campi, quelli rimasti orfani, ma i bambini figli dei mostri che hanno compiuto quegli orrori, anche loro vittime del male e dell’odio che ha cambiato il mondo.
I due protagonisti che ci portano a scoprire queste atrocità, sono Primo, francese, e Marcus, tedesco. Non hanno apparentemente nulla in comune, eppure, sotto la superficie sono più simili di quanto si possa immaginare perché entrambi sono parte di quei bambini.
Ormai adulti, condividono due cose: la voglia di fare giustizia e l’attrazione verso gli uomini.
Sono due piccoli punti in comune, soprattutto se paragonati alle loro differenze, ma basteranno per unirli a dispetto di ogni pronostico.
Parlarvi di Primo e Marcus è difficile per tanti motivi, in primis perché ogni parola, riga, pagina è un pugno allo stomaco di emozioni che è quasi impossibile descrivere; in secondo luogo perché questa non è solo la loro storia d’amore, ma è talmente tanto di più che dire “sono belli insieme e mi hanno emozionata” sarebbe una semplificazione troppo grande e ingiusta.
Perché sì, mi sono emozionata, più di una volta anche, ma non per il loro amore (non solo quantomeno), è stato tutto il contorno a farmi tremare, a non farmi dormire, a farmi pensare, immaginare, pregare, arrabbiare, piangere e infine anche un po’ gioire.
La mia incapacità di parlarvi di loro e di questo amore che va oltre tutto e tutti, persino la storia, vi deve far comprendere quanto le autrici siano riuscite in quello che può essere considerato a tutti gli effetti un romance, a descrivere il male e quindi a lasciarmi, come ogni volta che mi ritrovo a leggere le straziante pagine della nostra storia passata e, ahimè, di quella attuale, totalmente straziata dal dolore e da un sentimento di inutilità perché non riesco a cambiare nulla.
Insomma, la storia di Marcus e Primo è dolorosa, cruda, non lascia nulla, o quasi, all’immaginazione ed è per questo che dovete leggerla.
Conoscere rende liberi, conoscere ti cambia.
E, mi raccomando, ricordate, oggi più che mai!
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