Recensione “La casa dei dodici fiori” di Priska Nicoly

 

Inghilterra, 1790

Sydonie Archester, primogenita di una delle più antiche stirpi del Wiltshire, non ha mai disobbedito ai genitori. Quando viene promessa in sposa ad Adrian Guthrie, erede di una ricca famiglia in ascesa, non le resta che fare ancora una volta ciò che le viene ordinato: partire per trascorrere un mese con lui nelle Costwolds, per abituarsi all’altro in vista delle nozze. Non importa che Guthrie abbia la fama di burbero ubriacone o che il maniero in cui dovrà passare quelle quattro settimane sia la casa in cui Sydonie ha perso il fratellino a causa di un incidente che ancora le dà il tormento.

Adrian Guthrie porta con sé il terrore di una guerra combattuta anni prima e i rimpianti di un amore che lo ha consumato. Quando il padre morente gli fa promettere di sposare la primogenita degli Archester, sa di non poter fuggire dal proprio dovere. Ma l’isolamento che gli viene imposto al Meridian Manor, con la sua antica storia di sangue che serpeggia lungo i corridoi labirintici, riserverà a lui e a Sydonie molto più di quanto si aspettano.

Nella Casa dei Dodici Fiori, sotto gli occhi della grande meridiana nell’atrio, niente è come sembra. E nessun segreto potrà rimanere sepolto troppo a lungo.

 

 

Un romance storico che mi ha preso subito fra le sue spire, emozionandomi e incuriosendomi.

Nell’Inghilterra di fine ‘700 era consuetudine combinare matrimoni di convenienza, ma l’accordo che le famiglie Archester e Guthrie stringono è alquanto inusuale per i tempi: una convivenza ante nozze per potersi conoscere. Una possibilità data ai due giovani che vuole andare oltre agli interessi finanziari e ai titoli nobiliari: la volontà di avere un matrimonio che sia anche in armonia.

Per Sydonie l’unione con un uomo che non abbia un titolo nobiliare, un arricchito, le suscita incredulità e pregiudizi:

“Adrian Guthrie non era altro che uno sconosciuto di cui non sapeva nulla, qualcuno che per una combinazione di coincidenze si era trovato a combattere a fianco di suo padre, guadagnandosene la stima, mentre, a casa, la sua famiglia faceva fortuna nel ramo bancario”

 

Per Adrian lei rappresenta la quintessenza della ragazza bisbetica e viziata, ancora prima di conoscerla si è dipinto nella mente un’immagine di lei che inquinerà ogni giudizio obiettivo.
L’astio dovuto dalle circostanze che hanno loro imposto un matrimonio, non impedisce la nascita di un interesse e, inaspettato, puro e spontaneo, sarà l’ardore che li sorprenderà.

 

“Sydonie era nata per Adrian Guthrie; i loro corpi lo sapevano, e la stessa certezza percorreva quelle due anime che si toccavano per la prima volta”


Due giovani con traumi pesanti nel loro passato: la guerra per lui, un grave lutto per lei. Gli anni non hanno cancellato quelle cicatrici che si riaprono ogni qualvolta calano le tenebre o scoppia un temporale; ma nel momento in cui sono più vulnerabili le loro maschere calano, sentono vibrare una sintonia e quello a cui bramano è dare e ricevere conforto.

Sydonie vive la situazione con sentimenti contrastanti, il dovere si confonde col piacere:

 

“La voglia di buttarmi e rischiare tutto… e la paura di fallire. Di incappare in un’altra gabbia”


Meridian Manor, la tenuta di campagna della famiglia che li ospita, ha una storia pregna del sangue versato dalle casate che secoli prima si diedero battaglia. I dodici fiori rappresentano le dodici dinastie che vennero “riappacificate”, ma questa versione non è condivisa da tutti e fatti strani e inquietanti si succedono sin dal loro arrivo, al punto che non è più possibile fare finta che si tratti di episodi casuali; un mistero più fitto coinvolgerà i due promessi sposi facendoli diventare complici e solidali.

È stato amore a prima vista per questo romanzo, personaggi che mi hanno conquistata immediatamente, una situazione inusuale, un ritmo narrativo piacevole e incalzante e dialoghi frizzanti; la sfumatura noir ha dato intensità alla storia e le note storiche dell’autrice in calce, hanno regalato un plus molto interessante.

Consigliato!

 

Anna

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