Recensione “La donna che vestiva di rosso” di Elizabeth George

 

Dopo l’assurda morte della sua amatissima moglie, l’ispettore Lynley di New Scotland Yard cerca di superare il dolore con una vacanza in Cornovaglia, stordendosi in lunghe passeggiate solitarie lungo la costa. Ma l’angosciante pensiero della perdita di Helen, e del bambino che la donna aspettava, continua a tormentarlo. Un giorno, durante l’ennesimo giro, Lynley s’imbatte nel corpo senza vita di un ragazzo, apparentemente precipitato dalla scogliera dopo un’arrampicata. Le prime rilevazioni mostrano però una realtà ben diversa.
La cittadina turistica dove Lynley soggiorna sembra un posto assurdo per un omicidio, eppure appare ben presto molto chiaro che proprio di questo si tratta, e che un assassino molto astuto è pronto a colpire di nuovo?

 

A me la scrittura di Elizabeth George piace molto, la trovo fluida e accattivante, i suoi personaggi realistici e pieni di vita, così ho deciso di leggere – per studio – un suo saggio di narratologia e visto che usa come traccia ed esempio questo libro in particolare ecco che ho mollato (temporaneamente) la lettura del saggio e mi sono dedicata alla rilettura di questo romanzo, di cui non ricordavo quasi nulla, se non che mi era piaciuto, e confermo: mi è ri-piaciuto anche stavolta.

Rimasto da poco vedovo, dopo l’assassinio della moglie Helen, il sovrintendente di New Scotland Yard Thomas Lynley  ha deciso di infliggersi una sorta di pellegrinaggio nella parte più selvaggia dell’Inghilterra. Tuttavia, sembra che il lavoro, da cui si è dimesso, non voglia lasciarlo andare: dapprima trova il cadavere di un ragazzo caduto da una scogliera mentre arrampicava, poi viene praticamente costretto a partecipare alle indagini. Al suo fianco arriva la fedele Barbara, con tutta la sua carica di eccentricità, dedizione al lavoro e umanità.

Mentre le indagini avanzano, Lynley e Havers, insieme alla detective Bea Hannafod della polizia locale, scoprono una rete intricata di relazioni personali e segreti nascosti.
Parallelamente all’inchiesta, come è tipico dell’autrice, si approfondiscono le dinamiche personali e professionali tra Lynley e Havers e tra i vari personaggi principali e secondari. La trama è ricca di suspense e colpi di scena, sapientemente orchestrati dall’autrice, il ritmo narrativo è incalzante, con continui indizi e depistaggi che tengono con il fiato sospeso fino all’ultima pagina.
Mi è venuta voglia di rileggere tutta la serie da capo, uff!

 

 

 

AlmaGatta

Anna

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