Da Lublino, nel cuore della Polonia occupata, la matematica ebrea Josephine Janina Mehlberg utilizzò documenti falsi per fingersi un’aristocratica polacca e conquistare la fiducia degli ufficiali nazisti. La “Contessa” riuscì a raggiungere una posizione di prestigio e con astuzia, lusinghe e una tenacia d’acciaio, convinse i funzionari delle SS a rilasciare migliaia di prigionieri dal campo di concentramento di Majdanek. Ottenne il permesso di consegnare cibo e medicine mentre contrabbandava personalmente forniture e messaggi ai combattenti della Resistenza e alla fine, superando un’infinità di pericoli, riuscì a salvarsi dalla guerra e a emigrare negli Stati Uniti. Attingendo al manoscritto delle memorie inedite di Mehlberg, due storiche professioniste ed esperte dell’Olocausto hanno scoperto la storia completa di questa donna straordinaria e l’hanno portata alla luce dopo oltre settantacinque anni di oblio.
Una sorta di documentario, molti i riferimenti del passato, una descrizione storica dei fatti non romanzata, quindi l’elenco degli eventi, la vita della protagonista e le sue eroiche gesta sono state a mio avviso sminuite dall’eccessiva descrizione minuziosa senza evidenziarne le giuste emozioni.
Amo questa parte di storia e ho letto molti libri che ne parlano, la maggior parte romanzi, dove vita ed emozioni sono messi al primo posto, questo invece è stato un mero elenco degli avvenimenti, un resoconto della contessa Janina Suchodolska che grazie a uno “scambio” di identità salvò la vita a molti ebrei.
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