Troia è sotto assedio. Ogni giorno gli attacchi dei greci si abbattono implacabili contro le sue alte mura e nessuno sembra in grado di opporsi alla furia dei più valorosi tra loro, i micidiali guerrieri mirmidoni. Si dice che il loro re, il nobile Achille, sia il combattente più forte mai esistito. Il più veloce, il più impavido. E il più spietato. Quando viene privata della libertà e condotta al suo cospetto, Briseide sa di non essere più una principessa, ma una schiava. E, non aspettandosi clemenza, si aggrappa all’unica cosa che le resta: la sua dignità. Con il trascorrere delle giornate nell’accampamento di Achille, però, si accorge che la fama oscura che circonda il leggendario eroe non tiene conto dell’umanità che ogni tanto lascia trasparire, specialmente nei confronti dell’inseparabile Patroclo, il valoroso principe che lo affianca in ogni battaglia. E che il suo onore è pari alla sua abilità con la spada. Forse, nonostante il fato li abbia resi nemici, Achille e Briseide non sono poi così diversi. Forse uno spietato invasore e una principessa ridotta in schiavitù possono cambiare il corso della storia.
Briseide, principessa troiana, divenuta schiava di guerra prima, d’amore poi.
Achille e Patroclo, guerrieri, amici, amanti, per la prima volta nella loro vita volgono il loro cuore alla stessa donna.
Chi sceglierà Briseide? Il dolce e premuroso Patroclo dai verdi occhi o l’invincibile Achille dallo sguardo blu come il mare? Una condizione che lentamente trasforma questa donna dall’essere prigioniera al dover decidere a chi dare il suo cuore. Amata per la prima volta di una passione autentica e potente. Se solo potesse avere entrambi…
La forza di questa donna mi ha incantata, ha sfidato l’ira di re e combattenti con la sua tenacia, ha spasimato quell’amore che mai ha provato, si è resa invisibile, umile, ha sostenuto, curato, confortato, ha trovato una casa nella sua prigione.
Lentamente scopre un rapporto di amore/odio con Achille, quel guerriero spietato che però ascolta i suoi pensieri ed è prodigo di gesti gentili.
“non voglio morire per lui- sentenziò Briseide- ma non voglio neppure vivere senza di lui”
Adoro i romanzi che prendono ispirazione dai poemi epici, grandi amori della mia infanzia! La storia viene raccontata con pennellate lievi, ricche di sfumature, pregne di sentimento. Le parole si trasformano in immagini di spiagge lontane in epoche remote, in sguardi che entrano nello stomaco, carezze che fanno rabbrividire la pelle.
“la divise dai sogni con baci generosi”
La magia di riscoprire e approfondire (seppur con licenze poetiche) tematiche studiate sui banchi di scuola, con l’intensità di sentimenti che non possono essere scalfiti da Crono. Il tempo non esiste: anche se una storia è stata scritta più di duemila anni fa, basta poco per spolverarne la polvere dei secoli, ed è sempre pronta a brillare e infuocare gli animi, se poi l’artefice è una scrittrice appassionata come Eleonora, le sue interpretazioni ed elaborazioni ce la rendono vivida ed attuale, come fosse nata dalle sue mani.
“l’amore non guarda all’immortalità, non si cura del buon senso. L’amore si cura solo di sé stesso. Trova qualcuno in cui sopravvivere, come un malanno, e si insidia, logora, consuma. E non importa se siano dei o siano uomini, chiunque è pronto ad ammalarsi sino alla morte per l’amore”
Achille e Patroclo prendono spessore, il racconto li rende tridimensionali, non sono solo i tanto cantati guerrieri achei, sono uomini che soffrono ed amano, resi ancora più affascinanti nella loro umanità.
“non puoi pretendere che io non t’ami. Ormai è destino: io ti amo, e se dovrò morire per dimostrartelo, per dimostrarlo a te e Patroclo, allora che io muoia. E siate maledetti, tu e Patroclo, e sia maledetto l’amore”
Ho apprezzato in modo particolare il ruolo ricoperto da Odisseo, la sua partecipazione agli eventi me l’ha reso ancora più caro di quanto avessi memoria: saggio e premuroso comprenderà il valore di Briseide e del particolare rapporto creatosi fra lei e i due achei.
La storia è nota, ne conosciamo gli eventi, le tragedie che la costellano, ma, nonostante questo, è stato impossibile straziarsi al loro verificarsi. Vedere con un occhio quasi cinematografico i corpi martoriati dalle lame, il dolore della perdita che devasta l’animo, mi hanno annientata.
“Ti amo, sai . Ti amo anche se non potrai più testimoniare di avermi udita. Ti amo tanto profondamente da credere che mi sentirai anche lì, nell’ Ade.”
Il lato passionale del romanzo lo rende ancora più intrigante ed aggiunge intensità al racconto.
Bello, bello, bello!
Lascia un commento