Recensione “La storia che volevamo” di Marion Seals

 

 

 

Io avevo un unico obiettivo: giocare a football. Ero grosso e cattivo, veloce e coordinato, intelligente e determinato. Ecco perché risultavo un vincente, perché non permettevo a niente e a nessuno di ostacolarmi.”
La cosa che Gregory “Ego” Madden desidera di più nella vita è vincere il campionato con i California Bears, diventare il più famoso wide receiver della storia e riscattare un passato da emarginato. Il suo innato talento potrebbe garantirgli un futuro di successo e denaro, se solo fosse capace di controllare la rabbia che lo divora.
Io ero strana, non sapevo socializzare, ma ero brava in ciò che facevo, io non ero spazzatura, lo avevo dimostrato a loro e a me stessa, soprattutto. Il fatto che non lo urlassi al mondo, che non lo esprimessi con rabbia e aggressività, non significava che fosse meno vero.”
La cosa che Dawn Riddle desidera di più nella vita è laurearsi e poi specializzarsi in Paleontologia. Ha sempre preferito la compagnia dei libri a quella dei suoi coetanei e ha potuto frequentare l’università solo grazie a una borsa di studio. Nella sua vita, segnata dal dolore e dalle rinunce, non c’è spazio per niente altro.
Solo tra le braccia del buio, la luce risplende.

Spettacolare. Uno sparo dritto al cuore.

Un libro che in sordina ti disarma, ti annienta, ti uccide e ti fa risorgere dalle ceneri.

Disarmante, spettacolare.

“Tutti si aspettano da te il peggio, per una volta darai loro la favola.” Una bugia per conquistarla, un fine da raggiungere, una scadenza della favola.

“Una fatina della foresta alla quale mancavano solo le orecchie a punta… Una Nerd con l’aspetto di fata.”

Ho ancora il cuore cha batte forte per la fatina e il ricevitore. Il ribelle e la studente modello, un cliché penserete voi, eppure la storia ti trasporta, gli elementi, personaggi, storia che abilmente ha tessuto Marion, ha portato il romanzo ad un altissimo livello.

Innamorata persa del protagonista, arrabbiata quasi allo sclero, quell’impotenza di esternare i sentimenti, quel cuore tenuto in gabbia, o lasciato lì in stand-by, ha scatenato una vicissitudine di emozioni, una miriade di colori.

“Ero irritato con lei perchè, per un attimo, mi aveva ricordato che cosa significasse essere indifesi e dover combattere ogni giorno contro tutto e tutti.”

Ho amato “l’assenza dei colori” e i colori cupi del protagonista, il passato che li ha plasmati, e la coerenza del protagonista, innamorato sì ma non redentore al 100%.

Uno di quei protagonisti che con mille difetti riesci ad amare e a trovare quel semplice “Ti amo” ricco di significato, hanno un certo peso queste parole, hanno un certo valore.

Innamorarsi del silenzio, che per la prima volta nella sua vita non aspettava di essere riempito, il sapore di lei che si insinua nel cervello.

Il primo bacio? Pura magia! “Era stato come lasciarsi scivolare in una vasca di melassa dolce, senza nessun appiglio per frenare la caduta.” – “un bacio… che, aveva sconvolto me, come la pioggia su un formicaio.”

Una favola moderna, la fatina e il ribelle, il bullo e la creatura fantastica, l’ingenuità contro l’anima nera.

“La voglio… Merda! No, no, no! Si! No! Quando mi sorrise ancora, fu la fine.” L’indecisione, la confusione che solo un cuore che inizia a battere crea.

Qui si dà spazio ai sogni, alla loro realizzazione, non si ha il sacrificio ma il semplice amore reale, semplice, puro, quotidiano, un epilogo che fa sorridere, che non fa di Ego il principe perfetto, innamorato sì ma sempre coerente nella sua natura.

“Che cosa ho da perdere? – A giocare con il diavolo? L’innocenza, Fatina”

E poi quella frase che ci sconvolge i sensi “#cèunafatanelmioletto”.

Agorafobia contro Claustrofobia, Bianco e Nero, Acqua e Fuoco, Yin e Yang, predatore e cibo, Unicorno e lupo, gli opposti, due specie incompatibili, eppure nelle fiabe tutto può succedere.

“Dawn non era altro che un incidente di percorso nella mia vita perfetta e programmata. Non le avrei permesso di mettermi al tappeto… In qualche modo si era insinuata dentro di me, occupando uno spazio che avevo lasciato vuoto di proposito, impedendo a chiunque di accedervi.”

Rabbia che prende il sopravvento “Le persone come lei, se le fai soffrire, non urlano, non ti maledicono o pianificano di verdicarsi, le persone come lei si allontanano in punta di piedi, in silenzio.”… “Se ne stava andando senza far rumore.”

Soffri con loro, per loro e vorresti solo spaccare tutto, prendere a pugni qualcuno, anzi lui Ego.

“Me ne stavo nel mio mondo perfetto, ero il re di quel cazzo di mondo, poi sei arrivata e hai rovinato tutto! Tutto!… Tu sei la cosa peggiore che potesse capitarmi, Dawn Riddle, perchè mi rendi debole e vulnerabile, sei la fottuta parte migliore di me che ritorna a tormentarmi. Vuoi la verità? Vuoi che sia sincero?… Purtroppo per me, io mi sono innamorato, e potrei affermare, con un certo margine di sicurezza che, benchè possibile, sarebbe molto, ma molto difficile, vivere senza di te.”

Tutti i personaggi che entrano in scena sono da conoscere, da scoprire, ognuno di loro lascia un’impronta speciale nella storia, tutti, nessuno escluso, dagli amici, ai prof, ai fratellastri, tutti.

Una storia intensa, perfetta.

“Lei era la ricompensa per la mia vita imperfetta.”

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