Immagina di essere innamorata del tuo migliore amico da quando sei nata.
Immagina di dichiararti e scoprire che lui prova le stesse identiche cose che provi tu.
Adesso immagina che i tuoi genitori e i suoi si scambino le coppie e voi diventiate fratellastri.
Un minuto di silenzio…
Questa è la storia di Agata e Pietro, che ora sono una psicologa di coppia traumatizzata dall’amore e
uno psicologo per famiglie con una pazienza livello pro. Lei è rancorosa, scostante, poco aperta alla
rassegnazione. Lui invece è molto rassegnato, calmo, affidabile, inspiegabilmente muscoloso e pure
felicemente fidanzato.
Quando i loro prozii, restii ad accettare il matrimonio della figlia con un ragazzo del tutto inadatto,
chiedono ai nipoti psicologi una terapia di famiglia, Agata e Pietro sono costretti a far buon viso a
cattivo, cattivissimo gioco. Come stare insieme per un weekend intero, fingendo di essere
imperturbabili e professionali.
Aprire gli ombrelli: i traumi stanno per iniziare a gocciolare.
Giulia Barucco con il suo stile da cantastorie scanzonata ci propone una commedia romantica che vedrà psicanalizzare i suoi personaggi ma, indirettamente, farà riflettere anche il lettore.
Agata è una psicoterapeuta di coppia che, nella sua vita, ha pasticciato un po’ con i sentimenti, anzi, è stata la vita a incasinare lei, mettendole nel cuore e nel letto persone che la società giudicherebbe inappropriate, Pietro è uno di questi…
Agata e Pietro: innamorati dall’infanzia, fratellastri per sbaglio, colleghi per una serie di eventi.
Il loro amore è stato tarpato da circostanze familiari, hanno dovuto trasformare un sentimento profondo declassandolo, con poco successo.
Lei non mira a impegnarsi, si accontenta di avventure da una notte (una botta e via magic-tour) schermandosi dietro a fidanzati immaginari.
Lui è uno psicologo per famiglie, tarpato in un rapporto con la sua segretaria, una ragazza che ha il sex appeal di una merendina confezionata.
L’occasione per rimettere tutto in discussione si presenterà quando dovranno fare un consulto congiunto a una coppia di parenti che non accetta il fidanzato della figlia e trascorreranno un week-end al mare, un luogo che ricorda loro il passato…
Rimango in superficie sulla trama perché non amo spoilerare quei colpi di scena che sono piaciuti a me, quindi accontentatevi di questo.
I personaggi di questa autrice sono sempre dotati di un’ ironia e verve pari a quelli della loro creatrice. La sua narrazione in terza persona mi ricorda quelle di Rebecca Quasi e Laura Nottari, una voce che non lesina in critiche e scherno, rendendo il racconto frizzante, con ritmo e anche le vibes mi hanno ricordato “Il gigante con il violino” di Rebecca…
Il suo stile si sta raffinando sempre più, abbinando al tono scherzoso un risvolto più profondo, affrontando tematiche psicologiche interessanti con le quali abbiamo a che fare molto spesso.
Anche gli altri personaggi saranno una squadra vincente: la coppia più giovane, messa sotto la lente di ingrandimento, darà un bello smacco a quella dei genitori che si illude saperne di più sui rapporti di coppia.
Edoardo poi, dall’essere dipinto in un modo, ne è uscito il mio personaggio preferito, un ragazzo totalmente innamorato ma non istupidito dal suo sentimento per la bella fidanzatina!
Anche Pietro è tremendamente affascinante con i suoi modi da gentiluomo, ma la sua proverbiale ostinazione a mettere davanti alla sua felicità quella degli altri, mi ha fatto uscire di testa, verso la fine, però, riguadagnerà la prima posizione assoluta!!! (Mitica la scena del tavolino)
Agata è una combattente, una alla quale hanno strappato il cuore ma che ha indossato un’armatura per continuare a vivere; apprezzo la sua ironia e, insieme alle altre femminucce del romanzo, detiene la mia solidarietà femminile.
“Damocle aveva la spada sulla testa, Fantozzi la nuvola sulla testa, lei il marchio della vittima sacrificale direttamente in fronte.”
In conclusione, questo ultimo lavoro di Giulia mi è piaciuto moltissimo, dal ritmo, alle riflessioni, all’ironia; i personaggi hanno iniziato questo percorso psicologico intensivo con un’ aspettativa, per poi trovarsi, alla fine, realmente migliorati, motivati e con un grado di consapevolezza maggiore. Missione compiuta!
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