Recensione “Leave No Trace” di Michelle Frost e Sammi Cee

Un sicario con una reputazione. Un ragazzo con un passato.

Trace ha accettato un lavoro a The Anonymous, il club più esclusivo della città, per un motivo ben preciso. Solo che ora che è lì, non è sicuro di come ottenere ciò di cui ha bisogno. Di certo non si aspetta che un Daddy assassino lo aiuti a capirlo.

Kol chiude sempre i suoi contratti e non lascia mai questioni in sospeso. Le potenti famiglie della città lo pagano per sistemare i loro casini e mantenere i loro segreti, un accordo che funziona solo perché lui non è fedele a nessuno. Essere un lupo solitario lo ha tenuto in vita, ma anche i lupi solitari hanno fame.

Un semplice contratto e una mossa sbagliata portano Trace e Kol a scontrarsi con un colpo di scena che nessuno dei due si aspetta.

 

Hi readers Sale e Pepe,

Oggi vi parlo del libro “Leave no trace” di Michelle Frost e Sammi Cee.

Parlare di questo libro, per me, è complicato, partivo con delle aspettative minime, ma, ahimé, neanche quelle sono state soddisfatte.

È un libro breve, troppo breve, se avessi saputo prima che il numero effettivo di pagine era addirittura sotto le cento non avrei scelto di leggerlo, però, in questo caso, la lunghezza, o meglio la non lunghezza, visto il contenuto scadente, probabilmente è stata una buona cosa oltre che uno dei problemi.

La scrittura è semplice e talmente elementare che non mi ha permesso di entrare all’interno della mente dei protagonisti, i quali, tra l’altro, hanno una caratterizzazione davvero poco approfondita.

Le idee di base, cioè quella di un ambiente criminale d’élite, quello del “The anonymous”, unita alla storia d’amore con sfumature kink tra il sicario Kol e il giovane Trace sarebbero state davvero intriganti, peccato quella che, per me, è una pessima evoluzione del tutto.

Sembra più una bozza di un libro, in cui ancora mancano quei pezzi importanti e quelle aggiunte che sono la vera trasformazione di un insieme di parole in libro.

Anche perché, essendo così semplice, risulta tutto così banale da essere davvero trash e quasi fastidioso.

Questo aggettivo lo userei anche per descrivere Trace, carino ma stupidino e così petulante da risultare, appunto, fastidioso. Contrapposto poi a un co-protagonista, Kol, che invece direi proprio “inconsistente”, in sostanza non ha un minimo di credibilità e di forza.

Niente, una lettura che non ho apprezzato. Come sempre il mio consiglio è di non giudicare il mio giudizio, ma di accettarlo, capirlo e di farvene uno vostro, se volete.

Dani

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