Recensione “Lele contro Zombie” di Gianni Papa

 

 

 

 

trama

Lo hanno avvertito tante volte di non stare troppo attaccato a quell’affare, ma Lele, come tutti i bambini di quattro anni, non vuole proprio ascoltare e va avanti imperterrito nel suo gioco, incurante degli ammonimenti del suo papà Giorgio e delle possibili conseguenze… Morti, morti e ancora morti. Morti assurde, misteriose, inspiegabili. Morti in spiaggia, cadaveri in libreria, a teatro, a passeggio per il centro di Caserta! Ma cosa succede? Giorgio non se ne capacita e corre da una parte all’altra della città incredulo, sicuro che tocchi proprio a lui mettere fine a quell’incubo infestato di zombie.

recensione

Lele è un bambino che, appena può, gioca ai videogame sul cellulare, è proprio fissato, il suo preferito è Plants vs. Zombie. Giocando giocando, anche la visione e l’interpretazione della realtà vengono distorte, o forse è proprio la realtà attorno a papà Giorgio che si deforma.

Difficile definire il genere di questo romanzo, è fuori dagli schemi, è horror ma non tanto; sicuramente surreale, è urban fantasy, ma direi che soprattutto è un racconto fantastico e psicologico, un’allucinazione, un sogno, un incubo. È il ricordo dopo il risveglio, un’esperienza che ancora conserva un qualche tipo di legame con la coscienza, un ponte tra la coscienza piena e la piena incoscienza, tra la normalità e l’anormalità, tra autobiografia e avventura.

Cercare la logica in Lele contro Zombie è una battaglia persa, troviamo le leggi dei sogni: condensazione, una rappresentazione che incorpora in sé una molteplicità di immagini e di parole (la roulotte, ad esempio, o i preti tennisti); spostamento: il contesto reale è modificato e trasfigurato; drammatizzazione; simbolizzazione, indimenticabili il concerto catastrofico della classe, la libreria piena di dormienti, l’invasione del Sud.

Al di fuori dell’allegoria, più del sangue che gronda, dei caffè rossi, delle dita mozzate, dei denti affilati, entrano dentro al lettore le situazioni quotidiane, le relazioni deludenti, i pregiudizi, il perbenismo di facciata, l’apparire contro l’essere.

La fame di violenza si confonde con l’astinenza da farmaci, tensioni e antipatie si concretizzano in colli azzannati, genitali sbranati.

Ironia, umorismo e paradossi permeano le pagine, Giorgio, il protagonista, è eroe e vittima del quotidiano, con lo sguardo distaccato e perplesso, pronto a stupirsi più per i messaggi di una collega che per un cadavere in mare, solamente incredulo di fronte a un costumino insanguinato. Zio Lino è il degno cognato, Lino insegnante di sostegno per qualche minuto di Lino, uomo angosciato per aver calzato scarpe spaiate.

Nel protagonista è rappresentata l’alienazione dell’uomo moderno all’interno della famiglia e della società, Giorgio è solo, non può comunicare, il cellulare dimenticato o scarico ne è la metafora, e gradualmente si accorge di essere diverso da tutti. Ricordate La metamorfosi, il racconto di Franz Kafka? Lele contro Zombie è proprio questo, con la metamorfosi ribaltata.

L’autore, Gianni Papa, scrive molto bene, lo stile è irriverente ed efficace, negli altri suoi romanzi ha dato spazio a tematiche familiari, qui si è divertito a inserire la quotidianità in un’esperienza allucinatoria. Papa tratteggia aspetto fisico e carattere dei personaggi, anche delle comparse, descrive con accuratezza i vari ambienti. Nei capitoli si alternano diversi narratori, Giorgio, la moglie, lo zio Lino, una collega. L’intreccio coinvolge e appassiona, si tenta di capire, si desidera un finale.

Romanzo complesso, divertente e amaro, geniale.

 

Recensione: luce-elena

Editing: mandy

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