Recensione “L’ora delle ginestre” di Elisabetta Spadoni

 

 

 

Agnese è un’insegnante di sostegno, sempre alle prese con nuovi studenti e nuove sfide. Di anno in anno, la donna deve trovare le chiavi d’accesso giuste, perché ogni alunno è un nuovo mondo in cui entrare, un piccolo universo fatto di regole proprie. Il lavoro della professoressa non è ordinario, è anzi facile che ci siano momenti di sconforto, in cui ogni porta sembra chiusa. È in quei frangenti che si ha bisogno di un ricordo, un paracadute che nella memoria di Agnese è fatto di fiori e profumi: è il microcosmo della nonna Gina, in quel posto fuori dal tempo che è Cerreto.

Un racconto davvero molto carino, denso, dove il passato e il presente di Agnese, la nostra protagonista, si intrecciano e danno vita ad una storia intima, di una profondità sonante.

I ricordi legati alla sua dolce nonna Gina le permettono di vivere il presente a colori, gli stessi colori primaverili della sua Cerreto, delle sue colline, della sua casa in vacanza, circondata da una varietà di fiori che profumano di speranza, positività e amore.

Agnese più volte si sente in difficoltà con il suo lavoro da docente di sostegno, ma grazie alle sue esperienze personali riesce a superare gli ostacoli con i suoi alunni “speciali”.

Mi è piaciuto tanto il suo approccio con i suoi ragazzi, tirando fuori con tatto i lati positivi di ciascuno, perchè a volte basta il “colore” giusto per trovare la chiave d’accesso nel cuore di ognuno.

Come mi è piaciuto tanto il suo prendersi cura di sua madre, afflitta da una forte depressione, portandole via un po’ di sana e ingenua spensieratezza, ma si sa l’amore per un genitore è intangibile e di fronte alla loro sofferenza, si fa tutto.

Un linguaggio dotto, ma adatto a tutti, una storia semplice ma di spessore, direi molto piacevole da leggere.

zara

ELEONORA

Loading

La nostra votazione

Pubblicato

in

da

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *