Agnese è un’insegnante di sostegno, sempre alle prese con nuovi studenti e nuove sfide. Di anno in anno, la donna deve trovare le chiavi d’accesso giuste, perché ogni alunno è un nuovo mondo in cui entrare, un piccolo universo fatto di regole proprie. Il lavoro della professoressa non è ordinario, è anzi facile che ci siano momenti di sconforto, in cui ogni porta sembra chiusa. È in quei frangenti che si ha bisogno di un ricordo, un paracadute che nella memoria di Agnese è fatto di fiori e profumi: è il microcosmo della nonna Gina, in quel posto fuori dal tempo che è Cerreto.
Un racconto davvero molto carino, denso, dove il passato e il presente di Agnese, la nostra protagonista, si intrecciano e danno vita ad una storia intima, di una profondità sonante.
I ricordi legati alla sua dolce nonna Gina le permettono di vivere il presente a colori, gli stessi colori primaverili della sua Cerreto, delle sue colline, della sua casa in vacanza, circondata da una varietà di fiori che profumano di speranza, positività e amore.
Agnese più volte si sente in difficoltà con il suo lavoro da docente di sostegno, ma grazie alle sue esperienze personali riesce a superare gli ostacoli con i suoi alunni “speciali”.
Mi è piaciuto tanto il suo approccio con i suoi ragazzi, tirando fuori con tatto i lati positivi di ciascuno, perchè a volte basta il “colore” giusto per trovare la chiave d’accesso nel cuore di ognuno.
Come mi è piaciuto tanto il suo prendersi cura di sua madre, afflitta da una forte depressione, portandole via un po’ di sana e ingenua spensieratezza, ma si sa l’amore per un genitore è intangibile e di fronte alla loro sofferenza, si fa tutto.
Un linguaggio dotto, ma adatto a tutti, una storia semplice ma di spessore, direi molto piacevole da leggere.
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