Recensione “Losing game. Game of love series” di Anna Chiara Cuozzo

«E cosa vuoi?»
Mi guardava e io guardavo lui.
E lo volevo.
Lo volevo in un modo così intenso che, se avessi provato a esprimerlo a parole, me ne sarei vergognata.
«Te» sussurrai quindi, ma lui non si accontentò.
Con le labbra a un centimetro dalle mie e il corpo che mi premeva contro, pretese di più. «Me e basta?»
Mi avvicinai di più alla sua bocca, mentre gli portavo le braccia al collo. «Voglio te, dentro di me.»

Scarlett Stevens ama la poesia, il bar dove lavora e i suoi pazzi coinquilini.
Femminista convinta, marchiata a fuoco da tutte le pessime figure maschili che ha conosciuto in passato, è spaventata dall’idea di seguire l’esempio di sua madre e sua sorella maggiore.
Crede nell’amore, ma solo in quello affettuoso che prova per il suo ragazzo Dave, niente a che vedere con le passioni travolgenti di cui ama scrivere: quel tipo di amore, lei, non lo ha mai cercato, non lo vuole.
Ma poi arriva lui e tutto cambia.
Will è passione travolgente, è attrazione, impulsività. Lui non la sta a sentire, non gliene frega nulla dei limiti che si è imposta, del modo controllato che ha di vivere le emozioni: lui la vuole senza condizioni, senza freni, senza un minimo di razionalità.
E Scarlett, per quanto si concentri su se stessa e cerchi di evitarlo; per quanto si impegni per rimanere in equilibrio, lo capisce quando ormai è troppo tardi: capisce di essere “caduta in amore” solo quando inizia a farsi male.

 

Era da tempo che volevo leggere qualcosa di simile e, finalmente, l’ho trovato. Un romance d’impatto che non avesse necessariamente il classico finale.

 

Dire che è bello è dire poco. Questo breve romanzo mi ha emozionata e dilaniata allo stesso momento.

La protagonista, Scarlett – o Scar, come preferisce essere chiamata – è una ragazza in fuga da un passato che l’ha riempita di cicatrici e le ha insegnato a non volere niente di meno da se stessa se non rispetto e autodeterminazione. Vuole non dover dipendere da nessuno, tanto meno da un uomo, ecco perché, dopo essersi trasferita a Londra da Los Angeles, ha intrapreso l’unica relazione per cui non avrebbe potuto soffrire.

Peccato che sulla sua strada cammini anche Will – William, ma anche lui preferisce il diminutivo – un ragazzo duro, nascosto dietro a una maschera di disprezzo per le arrampicatrici sociali.

Per entrambi, le cose cambiano quando si incontrano. Will le farà battere il cuore, dapprima per la rabbia che le provoca, poi per tutt’altro…

Entrambi hanno un perso qualcuno di molto importante per loro, e questo li ha feriti e cambiati. Ma dove una reagisce ricordando il bene che sua nonna le ha fatto e le promesse che le ha chiesto di mantenere, l’altro usa il suo dolore con rabbia.

Ho amato alla follia la protagonista, una che vuole chiudere il mondo fuori, ma che riesce anche a capire quando aprire quella porta, seppur molto lentamente. Una che capisce quando è meglio mettere il punto fine, prima di fare e farsi troppo del male. Una che, alla fine, si rende conto di cosa voglia davvero dalla vita, perché è quello per cui ha lottato e per cui ha cercato di ricominciare.

 

Il finale è aperto, dà modo al lettore di capire che potrebbe anche andare diversamente, ma probabilmente no. Visto che fa parte di una serie, mi chiedo se le prossime storie parleranno degli stessi protagonisti o avremo modo di conoscere anche le storie degli altri personaggi.

Mi è piaciuta molto la presenza dei vari amici, quelli “vecchi” e quelli nuovi. Ho amato sia il loro modo di rapportarsi in gruppo che con i vari protagonisti. I personaggi secondari danno sempre molto al romanzo, se ben caratterizzati, e qui ho avuto modo di restare soddisfatta da tutti.

 

Bello, emozionante, ricco di pathos e forte, potente. Uno di quei libri da leggere in questo periodo, per far capire che noi donne possiamo prendere la nostra vita in mano, nonostante la sofferenza, nonostante il cervello ci dica di fare altro e il cuore sia sempre in lotta.

Da leggere assolutamente.

 

firma Claudia

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