Recensione “Melissa e la Quinta Terra di Obenart – Cronache delle Quattro Terre Vol.2” di Fabio Suraci

Non più sola nelle Quattro Terre, Melissa si prepara a intraprendere un nuovo viaggio.
Questa volta ha una destinazione precisa, uno scopo che le dona la forza per affrontare il nemico.
Mentre impara a gestire le sue capacità, scopre che la magia è molto più potente di quanto pensasse e deve lottare per affinare e controllare tutto quel potere.

Vecchi e nuovi amici l’accompagneranno lungo il difficile cammino.
I pericoli travolgeranno tutti loro in un susseguirsi di eventi.

 

La maledizione del secondo libro di una trilogia è quella che incombe solitamente sul mondo letterario, non in questo caso miei lettori, non in questo.

Possiamo considerare il primo volume come una sorta di introduzione a personaggi, mondi e dinamiche ma, in questo, tutto il suo potenziale è esploso!

Ritroviamo Melissa a Volovrya, circondata dai suoi vecchi e nuovi amici; la giovane approfondirà i suoi poteri scoprendone di nuovi, imparerà a gestirli e a comprenderne la potenza. Melissa, ricordiamolo, è una quindicenne che si ritrova catapultata in una dimensione magica, senza famiglia, con solo due amiche del suo mondo di provenienza. Non ci sono manuali o cellulari ad aiutarti, solo quello che hai dentro: la tua forza.

E questa ragazzina che si ritrova fra le mani un potere enorme, non se ne approfitta per primeggiare, no, lei mantiene la sua umiltà, chiedendo per favore e ringraziando, senza mai imporsi con la prepotenza. Gli eventi l’hanno fatta crescere, possiamo anche notare come il suo viso sia cambiato da una copertina all’altra: più affilato, segnato, gli occhi hanno perso l’ingenuità e sono diventati più duri e consapevoli.

Il suo cuore la spinge ad aiutare persone e qualsiasi cosa sia in difficoltà, la sua generosità la porta ad usare il suo potere per proteggere chi ama.

Ed è l’amore al centro di tutto, l’amicizia è la forma più pura dell’amore e quella che c’è fra lei e Lara rimane sempre in bilico, senza mai avere il coraggio di capire se potrebbe diventare un sentimento più profondo. L’amore che Melissa prova per i Celdi, i Norzi, tutti i suoi compagni di avventure che la sostengono aiutandola a muoversi per quelle terre sconosciute e, talvolta, ostili, la metterà spesso in crisi: la prospettiva di doverli lasciare, un giorno, per ritornare a Moiro, la intristisce parecchio.
Melissa è divisa tra due mondi: quello dove la aspetta la sua mamma e il resto della famiglia, dove è una ragazza fra tante, e nell’altro dove è vista come una speranza, la figlia del valoroso Teodric, investita del potere magico e destinata a grandi cose, forse addirittura, a liberare le quattro terre dalla tirannia di Selazar. Un mondo dove non c’è la musica, ma tanti amici dalle dimensioni, forme e rivestimenti di varia fattura. Un luogo dove poter essere riconosciuta e valorizzata.
Il wordbuilding è sempre ben concepito, la trama ancora più intricata del precedente volume. La storia fluisce rapida, incalzante, mettendo in scena vecchi e nuovi personaggi, confondendo le ragazze con la comparsa di aitanti soldati, mettendole nella posizione di voler sbirciare verso l’universo maschile con più interesse.

Melissa e Lara stesse, che si stanno facendo domande sulla profondità del reciproco sentimento, verranno distratte da sorrisi spezzagambe e occhi blu nei quali affogare.

Marzia diventerà una guerriera provetta e i suoi modi schietti e senza filtri mi hanno divertito enormemente.

La storia non si può raccontare, va letta, è troppo ricca di situazioni, personaggi, rivelazioni; si può dire che Melissa e il suo seguito partiranno dal punto “A” (che è Volovrya), fino ad arrivare al punto “B” (che è Bardor) dove cercheranno di liberare il padre e, probabilmente, si dovranno incrociare spade e incantesimi col tiranno Selazar e il suo esercito.

Ma fra questi punti di partenza e arrivo ci saranno un tripudio di avventure, magie, amicizie, sentimenti, momenti che mi hanno fatto sorridere, altri emozionare fino a commuovermi.

Il finale inatteso lascia una voragine dentro il lettore che, al pensiero di dover attendere un anno per il seguito, comincia a elucubrare scenari improbabili per capire come si potrà uscirà da tale situazione.

Ho seguito l’evoluzione di questo autore ripescando i suoi primi lavori e posso affermare con certezza, ed enorme soddisfazione, che in questi anni sia cresciuto parecchio professionalmente: Fabio, sei diventato un Norzi!

Scrivere un fantasy così ben strutturato, con ottomila personaggi (mannaggia a te che non vuoi fare un recap) dei quali devi saper reggere e manovrare i fili, inventarti esseri magici, la loro conformazione fisica, i loro poteri, creare nuovi mondi, la loro organizzazione, il loro aspetto, e in tutto questo far fluire una trama bella, pulita, senza splatter né spicy, dove l’amore, il coraggio e l’umiltà la fanno da padroni, beh, signori, non è cosa da tutti.

 

Mi sono avvicinata a questo mondo relativamente da poco e mi sono resa subito conto che ci vuole uno sforzo immane per riuscire a creare e gestire tutto con coerenza e maestria. Le cinque stelle con lode non credo di avertele mai date Fabio, ma queste te le meriti tutte!

 

Anna

Loading

La nostra votazione
Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *