Dopo essersi trasferita da suo padre Carl, che l’aveva abbandonata da piccola e che ora vorrebbe ricostruire il rapporto con lei, Everly spera di rifarsi una vita. Carl trova alla figlia anche un lavoro nella palestra gestita da Declan Hardy, il socio con cui ha costruito un impero del fitness e del benessere. La situazione precipita quando Carl muore improvvisamente: Everly e Declan scoprono che, nel suo testamento, Carl ha disposto che i due si sposino e siano marito e moglie per almeno un anno. Solo così Declan potrà ereditare le aziende del socio. Everly, a cui Declan non piace per niente, è inizialmente contraria, ma alla fine si lascia convincere. Dopotutto si tratta solo di fingere di essere la moglie di questo fastidioso playboy per un anno e poi sarà libera, no? Ma quando i baci finti cominciano a non esserlo più così tanto, ecco che iniziano i problemi… Lui è caos. Lei è ordine. E se si trovassero in un finto matrimonio in cui tutto può succedere?
Ammetto che il matrimonio forzato per testamento è un cliché ma, di fronte a Declan, che vadano tutti al diavolo (nel senso buono del termine intendo).
Ho sbavato leggendo di Declan, questo ex atleta bello, muscoloso, intelligente e innamorato.
Azzeccata la scelta della protagonista Everly, dalle mille fragilità, il senso di abbandono che la perseguita da tutta la vita, il sentirsi una nullità e sempre la seconda scelta.
I due opposti si attraggono nel vero senso della parola, lui primo uomo, dispotico sul lavoro, integerrimo uomo d’affari, lei una semplice impiegata che per uno strano scherzo del destino si ritroverà sposata a lui.
Da qui tutte le sue sicurezze e punti di riferimento andranno in fumo e la sua vita perfettamente in ordine, lascerà posto al caos.
“Non riesco a lasciarti nemmeno quando ci provo. Mi hai spezzato, come io ho spezzato te. Ho bisogno di te. Ho bisogno di te a colazione, a cena, qui, ovunque. Non riesco a respirare senza di te non riuscirò…”
Da baci fittizi all’amore vero è un semplice incredibile passo, che farà cedere le barriere buttando in frantumi l’ordine calcolato.
Vogliamo un vissero felici e contenti? Ecco arriviamoci alle loro condizioni.
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