Recensione “Non uscire con un Dilf” – Serie Rules We Break di DJ Jamison

Ho una sola regola di vita: non uscire con un DILF.

Ho visto quali conseguenze può avere confondere i confini tra la vita da insegnante e gli appuntamenti romantici, e non intendo correre quel genere di rischio.

Ma non avevo messo in contro che Hunter Rhodes sarebbe venuto nella mia scuola. Non mi sarei mai aspettato che quel capolavoro d’uomo, con le spalle larghe e la mascella squadrata, sarebbe stato un padre così dolce e attento. O che, essendo un uomo apparentemente etero, avrebbe deciso che voleva me.

Se dipendesse da mia nonna… mi ritroverei innamorato di qualcuno entro la fine dell’anno scolastico, ma c’è solo un uomo dal quale sono tentato. Con lei che smania in modo incontrollabile per organizzare appuntamenti, e la metà delle donne single di Grandville che
puntano Hunter, fingere una relazione potrebbe dare a entrambi un po’ di tregua, ma a quale prezzo?

Per Hunter può anche essere un gioco divertente, ma separare la finzione dai sentimenti reali non è così semplice per me. E poi c’è quella regola…

Posso frequentare un DILF senza che si realizzi qualche disastro… o qualche paura?

“Non uscire con un DILF” è il primo libro della serie “Rules We Break”, ambientata nella piccola città di Granville, dove i cittadini ficcanaso si impicciano delle vite gli uni degli altri, nascono grandi amicizie e le stupide allusioni sono uno stile di vita.

 

Hi readers Sale e Pepe,

Oggi parliamo del libro “Non uscire con un dilf” di DJ Jamison, libro tradotto dal servizio “Quixote Translations”, che ci porta nelle vite di Clark, insegnante di storia e Hunter, padre single e nuovo arrivato a Granville, piccola cittadina americana.

Clark ha poche regole nella vita, una di questa, forse la più importante, è di non uscire col padre di un suo studente. In passato ha visto cosa può succedere e non vuole fare questo sbaglio.

Sembra irremovibile a non fare più lo stesso sbaglio, ma appena vede Hunter si ritrova attratto da lui e senza alcuno scampo.

Hunter ha recentemente divorziato ed è tornato a Granville con suo figlio, Toby. Sta facendo del suo meglio per mantenersi a galla, tra il lavoro, la ristrutturazione della sua nuova casa e il tentativo di essere un buon genitore per Toby, non ha tempo per uscire.

I due, però, hanno parenti insistenti che vogliono vederli sistemati, e non sono gli unici a insistere. Ecco perché decidono di fingere di stare insieme… peccato che ciò che inizia come finzione si trasforma presto in qualcosa di reale.

Onestamente, ho avuto qualche problema a scrivere questa recensione perché ne ho avute a leggere questo romanzo. Ho fatto una spiegazione della trama più approfondita del solito anche per questo, per rendere più chiara la storia vera e propria.

Uno dei problemi è che, oltre a Clark e Hunter, ci sono tantissimi personaggi, amici, parenti e conoscenti che creano tanta confusione.

Mi spiego meglio, ho trovato che mancassero certe descrizioni delle connessioni che univano i personaggi, poi, infatti, ho scoperto che questo libro è intrecciato con altri ed è quindi uno spin-off.

Non è solo questo, però, l’insieme non mi ha conquistata, l’ho trovata una storia già letta, un po’ piattina e non me lo sarei aspettata visti i trope e le premesse.

Non posso dire che la storia sia brutta in sé, che non abbia senso o che i personaggi manchino di caratterizzazione, mentirei, però, alcuni elementi che avrebbero dovuto creare tensione e dramma invece non hanno dato la giusta spinta, non a mio parere quanto meno.

Da un libro che ha come tropes padre single, relazione tra insegnante e genitore, piccola città (gossiiiiipppp), personaggi opposti che si attraggono, risveglio bisessuale, mi aspettavo qualcosa di diverso, più dinamico.

Peccato, penso che continuerò la serie ma stavolta non sono soddisfatta.

 

Dani

 

 

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