Recensione “Per sempre nel tuo cuore” di B. Celeste

 

Emery Matterson non è un’adolescente come tutte le altre. Da quando ha perso la sorella gemella per colpa di una malattia, è come se il suo cuore fosse spezzato a metà. Lo stesso dolore ha devastato l’animo dei suoi genitori e distrutto la famiglia. Il padre se n’è andato, e per dieci anni Emery si è tenuta lontana da lui, fino a quando non ha scoperto di avere la stessa malattia di sua sorella. Nel tentativo di proteggere la madre, sceglie di trasferirsi nella casa della nuova famiglia di suo padre. Emery è decisa a rimanere chiusa in sé stessa, sola con i suoi amati libri. Ma non ha fatto i conti con Kaiden Monroe. Per la prima volta, stando vicina a quel ragazzo, riesce a sentirsi normale. Continuamente punzecchiata, messa alla prova, desiderata, protetta… amata. Insomma, viva. Emery ha imparato che tutte le cose belle finiscono. Ma gli occhi profondi di Kaiden potrebbero convincerla che è arrivato il momento di dare ancora un’occasione alla vita e lasciarsi sorprendere.

 

Gestire una malattia è sempre una prova importante nella vita, quando è una ragazzina a doverlo affrontare è ancora più straziante.

Le malattie autoimmuni sono sempre più comuni, il tuo sistema immunitario ti prende di mira distruggendoti poco alla volta, da dentro, silenziosamente; spesso la patologia non viene riconosciuta subito e non è una cosa simpatica, lo dico per esperienza diretta.
La protagonista, Emery, non solo sta affrontando questa situazione, ma sta rivivendo sulla sua pelle il calvario passato dalla sua gemella dieci anni prima: Lupus è il nome del nemico invisibile.

 

“Dentro il triste guscio della mia esistenza agonizzante c’è un campo di battaglia, e io sto da entrambe le parti con pistole pronte a sparare, in attesa che i proiettili escano dalle canne. Eppure mi sento fortunata. Respiro ancora.”

 

La madre non si è mai ripresa dalla perdita di Logan e quindi Emery ha voluto allontanarsi da lei per darle un po’ di fiato, rifugiandosi a casa di quel papà che era scappato davanti alla malattia, lasciandole sole.

Em ritroverà un padre ancora ermetico, una matrigna comprensiva e disponibile, Kaiden il figlio di lei che a tratti sembra esserle accanto mentre altre contro.

 

“Qui nessuno lo vede per quello che è.  A casa abbatte per me il muro che si è costruito intorno.”

Il voler vivere una vita il più possibile normale, in un luogo dove nessuno conosce né la sua situazione né il suo passato. I piccoli segni che le ricordano la sorella: un arcobaleno, la loro canzone; quando suona You are my sunshine è come avere Logan accanto a sé.

Una ragazza provata dalla malattia, i libri come fuga dalla realtà, un professore col quale condividere la passione per la letteratura, la cattiveria della gente che fraintende i suoi malesseri, le oscillazioni di peso, il bullismo.

Kaiden si rivelerà il primo vero amico dopo Logan, anche se tenderà a porsi in modo schietto, quasi odioso, ma Em preferisce questo approccio alla compassione.

Un’amicizia che diventa protezione, dedizione, amore.

Leggere questo romanzo è stato bellissimo e struggente allo stesso tempo, vedere Em che cerca di riappropriarsi della sua vita da diciannovenne, trovare una svolta per il rapporto controverso con i genitori, cedere ad un sentimento che vuole rivendicare nonostante la malattia, la paura di soffrire e fare soffrire chi ha intorno, il dolore che blocca, gonfia, sfianca, quel sonno dal quale potrebbe non svegliarsi più.

 

“Spesso abbiamo paura di leggere storie che ci ricordano la vita reale. Lo capisco. Tutti vogliamo sfuggire alla realtà, no? Ma la realtà ci trova sempre quando finiamo l’ultima pagina.”

 

 

 

Anna

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