Recensione “Pestilenza. I cavalieri dell’apocalisse (Vol. 1)” di Laura Thalassa

 

Sono arrivati sulla Terra ‒ Pestilenza, Guerra, Carestia e Morte ‒ quattro Cavalieri in sella ai loro temibili destrieri, diretti ognuno verso un angolo del mondo. Quattro Cavalieri con il potere di distruggere l’umanità, giunti sin qui per sterminarci tutti. Quando Pestilenza arriva nella cittadina di Whistler, in Canada, Sara Burns sa per certo che tutte le persone che lei conosce e ama sono destinate a morire, a meno che il Cavaliere dalle fattezze angeliche non venga fermato. Ed è proprio questo che Sara ha in mente di fare quando, con un colpo di fucile, lo disarciona dal suo cavallo. Peccato che nessuno l’abbia avvisata che la bestia immonda non può morire. Si ritrova quindi prigioniera di un Cavaliere immortale e molto, molto arrabbiato, il cui unico scopo è farla soffrire. Più il tempo passa, però, e più Sara è incerta sui sentimenti che il messaggero dell’Apocalisse nutre per lei e… viceversa. Sara può ancora salvare il mondo, ma per farlo dovrà essere disposta a sacrificare il suo cuore.

 

Ma perché, mi chiedo, questo romanzo abbia aspettato così tanto sul mio Kindle prima di essere preso in considerazione? PERCHÉ???

 

Come si può desumere dalla trama, sulla Terra arrivano i quattro cavalieri dell’Apocalisse, eh… signori miei, ne abbiamo combinate troppe e dai “piani alti” viene dato l’estremo ordine:

 

“Una alla volta, tutte le più grandi innovazioni della tecnologia cessarono di esistere e il mondo ripiombò nell’oscurità.

Così fu e così sarà, perché l’era dell’uomo è tramontata e al suo posto è giunta quella dei Cavalieri.

Sono discesi sulla Terra, pronti a sterminarci tutti.”

 

 

Mi aspettavo forse una trama più cupa e tragica? Mah, vai a saperlo.
E invece mi sono trovata in una situazione paradossale, esattamente come la protagonista, Sara, che viene rapita da uno dei quattro cavalieri dell’apocalisse.

Ci troviamo inizialmente in Canada nella cittadina di Whistler e… piccolo dettaglio: lei ha cercato di eliminarlo sparandogli e dandogli fuoco e lui non l’ha presa molto bene.

Se la trascina quindi dietro promettendole indicibili sofferenze mentre lascia alle sue spalle una scia di Febbre messianica.

 

“Oh, no. Non ho intenzione di lasciarti morire. Troppo facile. La sofferenza è prerogativa dei vivi. E neanche immagini quanto ti farò soffrire”

Ma quello che ignoravo era la grinta ironica che la protagonista ci mette a raccontare la sua disavventura insieme a questo immortale strafigo e letale cavaliere! E quel sentimento che da odio/timore presto muta in qualcosa di inaspettato per la giovane donna.

 

“Non me lo aspettavo così. Non mi aspettavo di dimenticare me stessa e la mia missione di morte. […] La verità è che mi travolge, lui, il primo Cavaliere dell’Apocalisse.

Pestilenza il Conquistatore.”

 

La vicinanza forzata mette a dura prova entrambi, provano ad ignorarsi, insultarsi, ferirsi, ma l’impossibile accade:

 

“Non riesco a decidere se tu sia una tossina o un antidoto, so solo che mi hai infettato i pensieri e il sangue”

 

Sono prove durissime quelle alle quali Sara viene sottoposta, sia fisicamente che emotivamente, ma delle parole confidate da una saggia nonnina in fin di vita le danno la speranza che lei possa salvare l’umanità:

 

“Mostragli cosa ci rende speciali. Dimostragli che l’umanità merita la redenzione”

Dire che mi sono dovuta fare violenza a strapparmi il Kindle dalle mani per continuare ad occuparmi della mia vita è un eufemismo!

Troviamo una storia piacevole, nonostante la tragedia che la fa da protagonista, i personaggi sono forti, temerari, ironici e passionali. Curioso veder approcciare Pestilenza ai sentimenti umani e alle loro abitudini terrene, la curiosità che lo conquista pian piano.

Il punto di forza (o debole?) di Sara è la sua compassione, d’altronde ha scelto il nobile impiego da Vigile del fuoco grazie al suo altruismo, ma la sua passione rimane la letteratura inglese e trova nel Conquistatore un degno estimatore dei versi di Poe.

 

Quindi, un’avventura on the road (on the horse) dove momenti di riflessione e confronto si alternano a episodi adrenalinici e tragici, ma anche dove il sentimento e la passione la faranno da padroni.

Riuscirà la piccola Sara a cambiare l’idea che Pestilenza ha dell’umanità e salvarci tutti?

Non vedo l’ora di mettere le mani sugli altri episodi che non mancherò di recensirvi!
Vorrei porgere i miei complimenti anche al traduttore per aver saputo mantenere il tono irriverente dello scritto originale e averci trasmesso quanto l’autrice volesse donarci.

 

 

 Anna

firma Claudia

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