Recensione “Quando il Diavolo perse il cappello” di Francesco Olivucci

La Val del Razio sembra trovarsi sotto il giogo di un nefasto malocchio: creature oscure affollano i monti e i corsi d’acqua, mentre dalla terra risalgono insoliti ruggiti che sembrano annunciare che la guerra è alle porte. Ma nonno Nullo, anziano della famiglia Olmi, sa che per riportare la pace è necessario ritrovare il cappello che il Diavolo ha perduto proprio da quelle parti. Così, la piccola Larianna, guidata dal buffo mazapegul, cercherà di salvare non solo la sua famiglia, ma tutta la valle.

 

Questo romanzo è stato una sorpresa. Confesso che non sapevo proprio cosa aspettarmi e avevo timore fosse un horror visto il titolo, invece è uno strano intruglio di romanzo storico semi accurato, con misticismo, magia e folklore, con un linguaggio non proprio facilissimo da leggere e una struttura che svia.

Il tutto, però, è un bene, perché fa entrare maggiormente nella storia e fa capire meglio il periodo e l’ambientazione: dovremmo trovarci nella Romagna dei primi del ‘900, ai tempi della prima Guerra Mondiale, dove guerra, amori e conflitti inter-famigliari la fanno da padrone.

Ma cosa c’entra, direte voi – e ho detto pure io per gran parte del romanzo – il cappello del Diavolo? Si parla di tutto, ma quasi mai di questo cappello. Eppure c’entra con tutto, con le liti, con l’amore, con la guerra, con un serpente mangiauomini, con Larianna che impara l’arte del Pretaccio e con le vite delle famiglie della Val del Razio.

 

Ripeto, questo romanzo è stato una sorpresa. Ho avuto difficoltà a leggerlo, perché il linguaggio non mi ha permesso di scorrere velocemente le pagine e perché ne succedono di ogni, tanto che spesso sembra tutto sconnesso. Eppure tutto torna.

Ho molto apprezzato l’originalità e il personaggio di Larianna, una bambina cresciuta molto in fretta, con un potere intrinseco e una voglia di imparare che la renderanno una donna coraggiosa.

Interessante la scelta di proporre un romanzo simile, uno a cui non mi sarei avvicinata non fosse stato per l’autore che mi ha inviato la copia cartacea sulla fiducia. Grazie Francesco per avermi fatto cambiare rotta dalle mie solite letture!

Date una speranza a questo libro, leggetelo con calma, ma non fermatevi. E cercate anche voi di capire dove si trova davvero questo cappello e perché è così importante.

samanta

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