Un mantello nero, una falce che riflette la luce morente di una pallida luna piena e un teschio nascosto da un oscuro cappuccio, il Tristo Mietitore non potrebbe essere più diverso dalle classiche rappresentazioni. Occhi come il cielo dell’estate, capelli color del grano maturo e un’aura di tristezza che lo accompagna in ogni spostamento tra il mondo dei vivi e quello dei morti, Blake Yama è la Morte e accompagna le anime tra le placide acque del fiume Adhara in modo che rinascano ancora e ancora, in un dolce circolo senza fine. La sua condanna, però, è quella di rivivere, epoca dopo epoca, la fine della storia con la sua anima gemella. Impossibilitato a spezzare la maledizione che lo accompagna da secoli, Blake continua a cercare il suo unico amore, a vivere la loro storia e poi a vederlo morire, senza poter fare nulla per evitarlo.
Dopo anni di attesa, viene richiamato dall’inconfondibile profumo di mughetto nella cittadina di Cobh, in Irlanda, per ritrovare di nuovo la sua anima gemella, ma questa volta il destino ha deciso in maniera diversa. Questa volta il dolore di Blake sarà più forte.
Logan lavora in un pub, sogna il grande amore e, nel bel mezzo di una serata tranquilla, incontra l’uomo più bello che abbia mai visto. Ma Blake nasconde dei segreti e Logan non è sicuro di volerli scoprire. Nel momento in cui gli occhi azzurri dell’uomo incontrano quelli di Logan, il ragazzo vede il suo futuro? Oppure, ciò in cui deve credere è sepolto nel passato di entrambi?
Beh… Che dire? Dico che non mi è piaciuto molto. Per quanto questo brevissimo romanzo sia scritto molto bene, non ho apprezzato la storia.
Vi spiego: ha poco di originale. La storia risulta lenta, pur andando molto, troppo in fretta. Mi è mancata una base di partenza. Mi è mancato quel qualcosa che mi facesse venir voglia di continuare a leggere.
La prima parte non mi ha attirata a proseguire, ma quando l’ho fatto, per puro dovere, ho capito che la seconda parte aveva più attrattiva. Non so perché sono rimasta quasi male sapendo che c’erano Dio e il Diavolo in mezzo, visto che il protagonista è Morte, ma non mi aspettavo la loro simpatica intromissione. E questo mi è piaciuto, dare una visione del tutto diversa a due personaggi che hanno sempre un’accezione troppo… sacrale. Qui sono stati per così dire declassati a esseri sì eterni ed eterei ma anche un po’ umani, simpatici, con le mani legate da non si sa cosa.
Avrei preferito conoscere meglio il background dei protagonisti, che invece ci vengono presentati come se ci fossimo persi un ipotetico primo libro. Veniamo buttati in un fiume in piena – per rimanere in tema – ma non sappiamo neanche come ci siamo arrivati.
Cerco di dare una chance a tutti i libri, nonostante le recensioni perché forse questo libro non è per me, ma va meglio per voi.
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