Recensione “Se fossi il mio per sempre. Before I let go” di Kennedy Ryan

 

L’amore tra Yasmen e Josiah doveva durare per sempre. Ma il destino, coi suoi tiri mancini, ha deciso diversamente e Yasmen si è resa conto di non poter più stare con il marito. Così il matrimonio è naufragato. Yasmen e Josiah hanno dovuto trovare una nuova routine, condividere le responsabilità di genitori separati e imparare a gestire insieme la loro attività. Tuttavia, giorno dopo giorno, non fanno che chiedersi se la decisione di lasciarsi sia quella giusta. Il fuoco arde ancora sotto la cenere e, all’improvviso, con un bacio che tira l’altro, vengono di nuovo trascinati in un turbine di passione. Per quanto si sforzino di opporsi, si sentono ancora come agli inizi della loro relazione, ma basta poco perché le vecchie ferite si riaprano e il passato, con i motivi della loro separazione, torni a bussare alla porta. È troppo tardi? Oppure avranno una seconda occasione? Due cuori smarriti. Un sentimento affievolito. Può l’amore resistere alla prova del tempo? Una storia forte, che racconta tutte le sfumature di una relazione.

Ho iniziato questo libro pur sapendo che avrei letto  di una storia d’amore arrivata alla sua conclusione: un divorzio alle spalle, la parola fine a quello che doveva essere un “persempre”, la separazione da adattare all’esigenze lavorative e ai figli.

Un libro che parte da una fine.

La fine di una storia d’amore che è durata anni, partita da un niente per ritrovarsi con un ristorante avviato e due figli in età adolescenziale.

Yasmen e Josiah hanno affrontato lo stesso lutto, ma in maniera differente.

La depressione allunga la sua ombra e il processo sarà lungo e doloroso; ricomporre i pezzi non sarà facile, arrendersi e voltare pagina sembrerà la scelta migliore, forse, ma non per questo indenne da sofferenza.

Quando la terra cede sotto i piedi e non si hanno più ragioni per continuare, allora semplicemente lo stare insieme non è più concepibile. Male contro male, sofferenza con altra sofferenza; il destino mi ha privato dell’amore di un figlio? Io allora mi priverò dell’amore dell’unico uomo che abbia mai amato.

C’è chi mente di fronte al dolore e chi ammette.

“Era il momento di voltare pagina… Due anime naufraghe incapaci di salvarsi a vicenda, perché entrambe stavano affondando.”

Il tempo ha cercato di rimettere insieme i pezzi.

“Sono grata al tempo, che non sempre guarisce le ferite, ma ci insegna a essere di nuovo felici nonostante le cicatrici.”

Un libro che fa riflettere molto, una famiglia a pezzi da ricomporre e non sempre insieme è fattibile, bisogna avere i propri spazi per gestire il dolore, il proprio mondo per far a botte con il destino.

Anna

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