Prisma è una serie televisiva tutta italiana, ideata da Alice Urciuolo, già sceneggiatrice di SKAM Italia e scrittrice del romanzo “Adorazione”, candidato al Premio Strega 2021, e Ludovico Bessegato, regista e showrunner dell’apprezzatissima SKAM Italia.
È stata pubblicata il 21 settembre 2022 sulla piattaforma Amazon Prime Video ed è composta da 8 puntate da circa 40/50 minuti l’una.
Ma di cosa parla?
La serie è un dramma adolescenziale e si basa sulle vicende di un gruppo di ragazzi di Latina, in particolare dei due gemelli Andrea e Marco, identici nell’aspetto ma diversi nel carattere e nel modo di vivere il mondo. Vengono esplorate le relazioni tra adolescenti e alcune tematiche sociali: la fluidità di genere, il bullismo, l’autolesionismo, la sessualità e lo spaccio di droghe leggere.
Insieme al loro gruppo di amici, Andrea e Marco, vanno alla ricerca del loro posto nel mondo.
Il cast, tutto giovanissimo, è composto da:
Mattia Carrano: Andrea e Marco
Chiara Bordi: Carola
Lorenzo Zurzolo: Daniele
Caterina Forza: Nina
Elena Fveglio Capodanno: Micol
Lxxblood: Vittorio
Matteo Scattaretico: Ilo
Flavia Del Prete: Zelia
Asia Patrignani: Jun
Dopo questa breve, e spero esaustiva presentazione, passiamo al mio, come sempre, poco professionale ma sincero parere su questa serie.
È la serie di cui ABBIAMO BISOGNO!
Sì, lo urlo, perché rappresenta noi ragazzi, mi ci metto in mezzo anche io, anche se ho qualche anno in più, perché ancora non mi sento adulta e perché in molti modi mi rivedo ancora in alcuni punti chiave di questa serie: incertezze, nuove scoperte di sé, solitudine e fragilità varie.
Questa serie è bella perché è vera.
Il senso di inadeguatezza, il non essere compresi, la confusione, la vergogna, la voglia di cambiare e di scoprire realmente chi siamo e cosa ci piace, sono tutte emozioni e sensazioni che chi più chi meno abbiamo vissuto, continuiamo e continueremo (chissà fino a quando) a vivere.
È una serie delicatissima e poetica, che attraverso due filoni narrativi paralleli, uno per Marco e uno per Andrea ci racconta un’esperienza umana in tutta la sua ambiguità, intimità e sincerità, senza clamore, ostentazioni o esagerazioni.
Anche le conversazioni più dolorose, vedi quella di Andrea col padre, sono sfumate, sussurrate, non esposte o ostentate e questo mi ha fatto venire i brividi (io ho pianto come una fontana per la scema in macchina, guardatela e capirete di cosa parlo).
Non sono da sottovalutare neanche i personaggi secondari, Nina e Carola, due ragazze forti, coraggiose e sì, imperfette, come tutti noi lo siamo.
Daniele, Vittorio e Ilo sono i bad boy, i bulletti, ma anche loro rappresentano solo la loro estrazione sociale e nascondono molto dietro una maschera; in particolare Daniele mi ha spezzato il corazon, ha dato prova che non esistono i cattivi, ma azioni cattive e si può scegliere di non farle.
Menzione speciale a due special guest, attivisti e grandi promotori dei diritti lgbtqia+, Pietro Turano e Francesco Ciconetti, presenti per poco ma fonte di grande ispirazione!
A livello di regia, la mano di Bessegato, che ormai seguo da un po’, si vede: le luci, i colori, le scene vedo non vedo e le clip passato/presente che si ricollegano sono un chiaro segnale del suo genio, così come l’atmosfera non costruita, ma allo stesso tempo artistica nei suoi estremi semplicità e realismo.
Non vedo l’ora di vedere la seconda stagione; sì, do per scontato che ci sia perché non posso credere il contrario.
Consigliata a tuttǝ!
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