Hi readers Sale e Pepe,
Oggi vi parlo del romanzo “Smarrite”, di Chiara Squarise che ringrazio per la copia omaggio e la pazienza.
Inizio subito col dire che mentre leggevo mi sono subito resa conto che stavo uscendo dalla mia comfort zone: non ho praticamente mai letto una storia tra due donne per cui sentivo un po’ il peso di questa novità.
Sincera? Non è davvero cambiato nulla, i sentimenti sono sentimenti e tutto il resto è noia. Sotto questo punto di vista, quindi, non ho avuto problemi. In generale però qualcosa per i miei gusti non ha funzionato del tutto nel libro, mi è mancato quel di più che avrebbe reso tutto perfetto.
Devo dire che la storia di Lolita e Lise è stata forse una lettura diversa da ciò che mi aspettavo. La trama mi portava a pensare a un percorso di crisi di coppia, quando in realtà è più un viaggio interiore nel cuore delle due protagoniste, tra decisioni difficili e spesso anche in contrasto con loro stesse, dettate dal dolore e dalla sofferenza.
Ho apprezzato questa parte della storia, ma allo stesso qualcosa mi sfuggiva, così cercando, ho scoperto che Lolita e Lise hanno una storia “prequel”.
Il momento in cui Lolita, docente alla facoltà di lettere antiche, lascia la sua vita col marito Nicola, perché incontra una giovane e bellissima ragazza messicana di nome Lise e se ne innamora.
Forse avendo letto anche il primo – che però a livello di sviluppi di trama non è necessario, (questo voglio precisarlo) – avrei avuto da questa lettura un impatto ancora più forte, ho cercato però di “informarmi” e così leggendo qualche Recensione, ho scoperto anche un’evoluzione ancora più ampia, di Lolita, Lise e di loro come coppia.
Nel primo volume si parla di istinti, passione, sensualità e sessualità, più attrazione e desiderio e meno “testa”
Qui invece abbiamo un libro che descrive un amore ormai consolidato, solido, che sfida la vita e i problemi di essa.
Un amore che comunque ci racconta una Crescita emotiva delle due protagoniste, le quali, pagina dopo pagina, escono fortificate delle battaglie a cui sono sottoposte, anche quando è la vita a vincere.
È scritto bene, in maniera semplice ma toccante, con un finale che è un perfetto colpo di scena e che, devo dire, non mi sarei aspettata.
Non una lettura leggera, quando si parla di malattia non lo è mai, ma è comunque un libro che consiglio se desiderate una lettura profonda e non per forza con happy ending.
Lascia un commento