Recensione “Solo pelle contro pelle” di Mary Durante

Cosa significa appartenere a qualcuno dopo una vita senza legami?

Quando Misha fallisce la missione di uccidere Takeo Valestein, uno dei capi gang di New York, è certo che ad attenderlo ci sarà una morte impietosa. Quello che non si aspetta è che il suo bersaglio preferisca prenderlo prigioniero, togliergli ogni via di fuga e arruolarlo come proprio sicario e bodyguard personale.
Con i suoi modi distaccati, gli onnipresenti guanti di pelle e fin troppi segreti sepolti in un passato di sangue, Valestein pretende da lui un’obbedienza assoluta, che presto valica i confini tra capo e sottoposto.
Coinvolto negli scontri di potere tra le varie gang, al soldo di un boss del crimine maniaco del controllo e privo di emozioni, Misha non ha scelta: dovrà piegarsi e aspettare l’opportunità giusta per sparire e salvare la pelle.
Certo, sarebbe tutto più facile se Valestein non avesse risvegliato in lui bisogni e desideri che non sapeva di possedere.

 

 

Hi readers Sale e Pepe, 

Oggi vi parlo del libro “Solo pelle contro pelle” di Mary Durante.

Ci ho ragionato un po’ prima di scrivere questa recensione, sapete bene che ho un grosso problema a non innamorarmi di stupidi personaggi che hanno stupidi problemi emotivi e sono stupidamente stronz1 e Takeo e Misha sono l’esatta rappresentazione di tutto questo. 

 

Takeo aka brutta persona, è un taciturno boss del crimine, freddo, calcolatore, ama avere il controllo e non lascia spazio ai sentimenti, perché li reputa da deboli, cosa che lui non può e non vuole essere. Un piccolo, forse non così insignificante, dettaglio, però, gli sfugge, l’assassino mandato per ucciderlo…Misha aka campanellino. 

Misha è un orfano diventato un killer su commissione, vive nel caos, ama le attenzioni, parlare e in generale fare casino, è stato assoldato dai rivali per eliminare il nuovo capo degli Angels. 

Partendo dal presupposto che se già mettiamo insieme un ambiente gangster/criminale e due personaggi moralmente grigi ma con caratteri opposti, grumpy/sunshine come si suol dire, la ricetta per dei grossi problemi ed un libro ad alta tensione è praticamente fatta. Se aggiungiamo anche il bdsm, sotto forma di un master/dom così dominante da rasentare lo schiavismo e un sub impertinente ma incredibilmente bisognoso, beh, la frittata è fatta. Una frittata buona, di quelle che vorresti mangiare persino a colazione! 

 

Come quasi tutti i personaggi di Mary, anche Takeo e Misha hanno tanto da dire e tanto da raccontare e sono complessi e dalle mille sfumature, non c’è solo il male e non c’è solo il bene in loro. Un passato complicato, genitori che sono mostri e vari altri problemi, li hanno resi in quelli del presente. 

Sono di certo l’esempio che l’infanzia ti segna e che ti cambia irrimediabilmente, nel loro caso le vittime si sono trasformate in carnefici. 

 

Non posso dirvi quanto il prologo di questo libro abbia fatto sì che per tutto il tempo stessi “in ansia”, ma sono certa che, se conoscete almeno un po’ Mary, sapete cosa intendo. 

Per fortuna, dopo qualche momento di quelli al cardio palma della Durante, cioè quel mix di “ti prego non ucciderlo” e “baciatevi e scop4t3, SUBITO” la situa si è… tranquillizzata (più o meno).

 

Tivvy

 

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