Recensione “Toshiro: Serie La Fusione #3” di Ileana Secci

 

 

Lei ha seminato sofferenza e rabbia, in cerca di vendetta, ma ha trovato sulla sua strada la sorte peggiore che il destino, o forse il karma, le potesse riservare: Toshiro Takeda. È conosciuto dai nemici per il suo essere implacabile e dalle amanti come maestro di corde, ha promesso lealtà ai Cimino per via degli affari e della sua amicizia con Danielle. Scoverà il loro nemico del momento e, invece di consegnarlo nelle mani di Jack, come da accordi presi, mentirà sulla sua brusca fine e sulla sua identità. Rapirà quella donna e la farà sua prigioniera, portandola a sperare in una precoce morte, sicuramente più compassionevole del sadico principe della yakuza. I loro mondi, fatti di menzogne e di atti illeciti, verranno stravolti da sentimenti contrastanti, da un odio profondo che non conosce rimorsi. Esiste pena peggiore che diventare la schiava di un dominatore che non conosce né limiti né pietà? Toshiro, come stabilito inizialmente, giocherà con il nemico e si divertirà a vederlo soffrire fino a farlo perire o gli regalerà una sorte migliore? Riuscirà a nascondere le sue bugie e a mantenere solida la fusione con i Cimino?

 

Ecco a voi il terzo volume della serie “La Fusione”, se nel volume precedente Toshiro impersonava il cattivo della storia, non sperate troppo che in questo proverà a redimersi.

Lo continueremo a odiare, prepotente e sadico, fermo nella parte del villain.

Carceriere di Sylvie la devasterà,  annientandola, portandola a supplicare la libertà e riuscirà a tenerla ugualmente prigioniera anche dopo averla liberata.

Una coppia ben assortita che si può amarla od odiarla o, come nel mio caso, entrambi in egual misura.

Mi hanno sconvolta. Le emozioni provate sono state tante, diverse, incompatibili tra di loro, oserei dire contrastanti.

Ogni volta Ileana ha il potere di scombussolare l’anima e di mettere a tacere la mente.

Son partita odiando Toshiro, ho chiuso il libro con un unico pensiero fisso: Lui.

Ti entra sotto la pelle, scava nel profondo, riesce a sviscerare le tue paure convertendole in forza e caparbietà.

 

“Mi ha resa incoerente, contradditoria, malata di un lussurioso e sconcio godimento che non avevo idea potesse essere tanto bello.”

 

Mi sono sentita esattamente come Sylvie: pazza e illogica.

Una lettura che ti spiazza, con una dose massiccia di eros, giochi mentali e la sindrome di Stoccolma che ancora una volta fa un bel colpo.

E adesso Kim facci scoprire chi sei.

Anna

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