A Mayrhofen, un tranquillo villaggio abbarbicato sulle Alpi austriache, la diciassettenne Isabel Berger si dedica, assieme ai genitori e ai fratelli più piccoli, a badare al maso di famiglia e ai suoi adorati cavalli. Grazie a eventi fortuiti, scopre in sé la propensione verso l’arte medica, e la letteratura. Inaspettatamente, la quotidianità del villaggio viene stravolta dall’arrivo della Grande Guerra. E così, la maggior parte degli uomini decide di arruolarsi, compreso suo padre. I sogni di Isabel sembrano infranti. Qualcosa di nuovo, però, si profila all’orizzonte. A Mayrhofen si presenta Daniel von Leiss, il nuovo giovane insegnante della piccola scuola…
Un romanzo d’altri tempi, che parla di stenti, di guerra, di un villaggio arroccato sulle Alpi austriache, di una ragazza che sta subendo le conseguenze di una guerra mondiale e che si innamora di quell’amore che riesce a superare tutto, le distanze, la guerra, e che sa di voglia di farcela, di vittoria, di parole scritte e rilette chissà quante volte e che eppure infondono speranza.
Ho sognato, ho sperato, son cresciuta con Isabel proteggendo quell’amore così bello e puro.
La descrizione degli ambienti è perfetta, mi sono sentita un po’ Heidi e un po’ La casa nella prateria, le montagne che fanno da palcoscenico, una guerra sullo sfondo che “ruba” la famiglia, una scuola che tenta di tenere tutti uniti.
Scritto in terza persona, lascia al lettore quel piccolo distacco degli eventi, guardando con occhio critico la storia, godendo dei fatti a 360°.
Secondo libro di una carrellata di letture di questo autore che è stato una sorprendente scoperta, una scrittura sublime che rende tutto indimenticabile e porta il romanzo ad un livello altissimo.
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