Recensione “Un bel problema (Torus Intercession Vol. 1)” di Mary Calmes

 

 

 

Un ex Navy SEAL sta per affrontare la sua missione più impegnativa. Come babysitter…

 

Risolutore. Guardia del corpo. Difensore. Da Brann Calder, come membro della Torus Intercession, un’agenzia di sicurezza che garantisce di fare giustizia, ci si aspetta che ricopra tutti questi ruoli e anche di più. Nell’esercito le catastrofi erano la sua specialità, ma cinque mesi dopo essersi congedato, Brann sta ancora cercando la sua strada. Un nuovo incarico potrebbe essere quello che gli ci vuole. Ci sono però due cose che di certo possono rendere nervoso anche un veterano esperto e addestrato: vivere in un piccolo paese e fare il babysitter per due bambine.

Emery Dodd sta affogando sotto il peso della responsabilità di padre single. Dopo aver perso la moglie e raccolto i pezzi, adesso è pronto a voltare pagina, nella speranza che il suo fidanzamento con la figlia del padre fondatore della città non solo arricchirà la sua comunità, ma garantirà anche una certa stabilità alle sue figlie.

L’unica cosa che ostacola Emery è che, a quanto pare, non riesce a togliere gli occhi e le mani di dosso dall’ex soldato che ha assunto per badare alle sue bambine fino al giorno del matrimonio.

Il futuro di Emery dipende dalle nozze imminenti, ma stare con Brann rende lui e la sua famiglia di nuovo completa. Peccato che per loro non ci sia nessuna possibilità di un futuro insieme.

Oppure c’è?

Hi lettrici e lettori Sale e Pepe,

Oggi parliamo del libro che sancisce il ritorno in Italia di un’autrice molto amata, ovvero di Mary Calmes con “Un bel problema”, primo volume della serie “Torus Intercession”.

Allora, ammetto che ho preso questo libro per due motivi, il primo avevo amato altri libri della Calmes, secondo, la trama con ex seal e padre single mi ha attirato come una calamita.

Purtroppo ne sono rimasta infinitamente delusa, volete sapere cos’è per me scrivere questa recensione? Un bel problema, permettetemi il gioco di parole perché lo è davvero.

Ciò che salvo di questo libro è davvero davvero poco e questo, come sempre, mi dispiace, ma le volte che ho alzato gli occhi al cielo, storto il naso, sbuffato e imprecato per le assurdità che stavo leggendo sono state troppe.

Iniziamo dai personaggi, Brann Calder è  un ex istruttore dei Seal, capace di uccidere a mani nude e di dare istruzioni alla sua ex squadra schioccando le dita, ma davanti a qualcuno che gli dimostra affetto si comporta come un ragazzo “fragile”, diventa insicuro e questo non è proprio quello che mi sarei aspettata da un personaggio che ha questo background, anche perché il suo bisogno di amore e considerazione potrebbe, in realtà essere del tutto plausibile, perché dietro un guerriero può anche esserci una persona fragile, ma avrebbe avuto bisogno di un approfondimento maggiore sulle motivazioni, invece viene spiegato in una maniera un po’ superficiale, che non mi ha soddisfatta per niente, anzi (evito di spiegare per non spoilerare).

Allo stesso tempo però, tra tutti i personaggi è quello gestito meglio, con un’evoluzione, un percorso ed un carattere delineati e forse, siccome è la voce narrante, mi sono “ legata” a lui  e per questo  è una delle cose che salvo di questa storia.

Andiamo alle bambine, Olivia e April, loro sono uno di quegli elementi che non mi hanno convinta, pur trovandole dolci e carine, sono due ragazzine di sei e otto anni che per tre quarti del tempo parlano e si comportano come se ne avessero il doppio, e per il resto invece come se ne avessero la metà.

E poi abbiamo Emery, per il 70% del libro questo personaggio è non pervenuto, zero caratterizzazione, interazioni piatte e per lo più relegate a sorrisi e contatti fisici “accidentali” tra i due…poi avviene una svolta e si trasforma, passando da futuro marito etero a porno star bisessuale in carriera, mai visto un cambio così repentino, sono rimasta tramortita dal cambiamento, e questa è sicuramente una delle cose che più di tutte non ho apprezzato e che mi hanno spinta a storcere il naso.

Per sfortuna non è finita qui, perché anche la relazione tra i due non mi ha preso, perché leggendo mi è sembrata poco realistica.

Così come Emery nella sua caratterizzazione, nella loro relazione passano da 0 a 100% in un battito di ciglia, da rapporto padre delle bambine/babysitter ad amanti e compagni per la vita in circa 20 pagine, anche se il tutto era prevedibile, perché Brann stesso “aspettava” sin dalle prime pagine, letteralmente.

Mi spiego meglio con un piccolo esempio di estratto

“Ma vivendo in casa Dodd, quella sensazione di timore era stata rimpiazzata con la tranquillità.

Jared diceva sempre che avere i piedi per terra, essere sistemato, era una delle più belle sensazioni al mondo e, in quel momento, dovetti chiedermi se era quello a cui si riferiva.”

Cosa c’è di strano penserete, questa frase viene pronunciata dopo che Brann è arrivato da circa 3 ore in città, alcune delle quali passate fuori e quindi proprio all’inizio delle interazioni tra i due, e per questo, per me, il tutto risulta costruito male e spesso discordante e confuso.

Questo è uno dei molti esempi di scene/dialoghi/situazioni e personaggi che non hanno del tutto senso all’interno di una trama, che è di per sé piuttosto semplice e prevedibile, ma che in realtà, se trattata meglio, avrebbe davvero avuto del potenziale (come tutto).

Ora, questa è una di quelle recensioni unpopular in cui la mia parte più acida e critica è uscita fuori e non sono riuscita a mitigarla in nessun modo, per cui mi scuso per questo ma è stato più forte di me.

Una cosa per cui non posso lamentarmi sono la traduzione e l’editing.

Peccato davvero, perché avevo apprezzato moltissimo alcune delle serie edite in Italia dell’autrice, ma qui non sembrava per niente lei.

PAYNE

ELEONORA

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