Quando una brutale aggressione da parte di un rivale geloso lo lascia deturpato e traumatizzato, Noah Strauss, un modello di grande successo, decide di abbandonare le passerelle per diventare psicologo. Con l’aiuto dei contatti creati durante il tempo passato sotto i riflettori, Noah crea One Call Away, una trasmissione radiofonica dedicata agli uomini gay in cerca d’amore, consigli o semplicemente di qualcuno con cui parlare. Noah, però, con i suoi segreti e una madre che si rifiuta di capire la sua scelta di carriera, sembra non essere in grado di aiutare proprio se stesso.
Per una sfida da ubriachi lanciata dal nipote del suo capo, Oren Leavitt telefona alla trasmissione di Noah fingendosi gay. Però non è sicuro di fingere. Si è lasciato alle spalle la rigida comunità ebrea ortodossa in cui è cresciuto, ma il senso di colpa rimane. La paura che le sue azioni abbiano impedito a sua sorella di trovare un marito e la colpa di aver deluso i suoi genitori. Parlare con il “dottor Noah” sembra aiutarlo e Oren si ritrova a telefonargli ancora e ancora e sa di dover essere onesto. Oren, però, non sa se sta mentendo a Noah o a se stesso.
Per Noah, la fiducia è fondamentale; è stato tradito nella sua vita personale e professionale e anche se vuole aiutare Oren disperatamente, comincia anche a innamorarsi di quell’uomo dolce e tormentato. Oren è in trappola: rischia di perdere il lavoro e, soprattutto, l’amore e la sicurezza della sua famiglia, ma sa che non può continuare a nascondersi se vuole stare con Noah. Quando dei problemi mai risolti nel passato minacciano di rovinare il presente, Noah e Oren scoprono che l’amore spesso arriva dai posti più inaspettati e qualche volta una richiesta d’aiuto non solo può salvare una vita, ma può anche essere un nuovo, bellissimo inizio.
Hi lettrici e lettori Sale e Pepe,
Oggi vi parlo del libro “Una voce amica” titolo originale “One Call Away”, secondo volume della Serie “Soulmates” di Felice Stevens.
Questa storia inizia grazie ad una telefonata galeotta che Oren, obbligato dal suo capo, fa al programma radio di Noah, quello in cui quest’ultimo dispensa consigli per gli uomini gay che lo chiamano.
In qualche modo questa telefonata, che nasce per uno scherzo, sembra aprire gli occhi ad Oren, che per la prima volta prende coscienza di ciò che è e soprattutto di ciò che vuole nella sua vita, Noah invece viene scosso dalle parole di Oren per la prima volte sente una connessione immediata con qualcuno.
“Oren, con la sua forza silenziosa e la sua vulnerabilità. La sua innocenza, in mancanza di una descrizione migliore, intrigava Noah più di qualsiasi altro uomo incontrato in parecchi anni.”
Noah che sembrerebbe quello più “realizzato” e felice, in realtà è una persona insicura, che nasconde il dolore dietro una maschera di serenità, cercando di non ferire gli altri ma allo stesso tempo ferendo profondamente se stesso.
Anche Oren non è felice, ma il suo malessere è più “visibile”, anche se lui stesso non sembra conoscere le cause di questo suo malessere, o meglio, le conosce ma ha difficoltà ad ammetterle persino a se stesso, finché due minuti al telefono con Noah non cambiano la situazione.
“Oren si interrogò di nuovo su quell’uomo che aveva aperto i suoi occhi a una vita che si era rifiutato di vedere fin quasi ad annegare nella disperazione.”
La loro non è una relazione standard, la fiducia viene costruita a piccoli passi, tra una difficoltà e l’altra, entrambi infatti, anche se per motivi totalmente diversi, sono restii a conoscere l’altro e soprattutto a farsi conoscere e ad aprirsi.
Sono due anime fragili e spaventate, però grazie alla connessione quasi magica che sembra esserci tra loro riescono a superare le loro reticenze e ad iniziare prima una bella amicizia e presto una dolcissima storia d’amore basata sul rispetto e sul sostegno reciproco.
L’intero percorso che i due fanno è descritto molto bene, con dolcezza, romanticismo e sensualità, ma oltre questo, attraverso la storia di Oren e Noah l’autrice (che è solita trattare sempre dei temi importanti) ci parla di due “ambienti” (se così li vogliamo chiamare) totalmente opposti e diversi, quello religioso e quello della moda che purtroppo, troppo spesso, sono estremi ed hanno un’influenza negativa sulla vita di chi li vive, come vedremo anche qui.
Ho trovato comunque tutto ben scritto, lo stile dell’autrice è semplice ma efficace. Come storia questa mi è piaciuta di più rispetto al primo volume, a cui comunque avevo dato un bel 4, quindi non posso fare a meno di consigliare questi primi due libri che per me sono super approvati.
Se siete curiosi di sapere qualcosa in più anche sul primo, “L’accordo”, nel blog trovate la mia recensione.
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