Nisha vive nel lusso grazie al matrimonio con un ricco uomo d’affari fino al giorno in cui, di punto in bianco, lui le chiede il divorzio e la estromette dalla sua vita, privandola di tutto ciò che fino a quel momento possedeva. Benché Nisha sia determinata a tenersi stretti i suoi privilegi, ciò che le rimane è solo una borsa da palestra di un’altra donna con dei vestiti a buon mercato che non le appartengono. Sola e abbandonata, comincia a capire cosa significhi non avere più nulla, il peggiore dei suoi incubi, e dover ripartire da zero. Sam, invece, sta vivendo una profonda crisi. Suo marito è disoccupato e depresso, sua figlia sembra non accorgersi neanche di lei e non ha nessuna soddisfazione sul lavoro. Sam è una donna dall’animo gentile, che si è dimenticata di se stessa per soddisfare solo i bisogni degli altri. Quando si accorge di aver preso per sbaglio la borsa di un’estranea in palestra e si trova costretta a indossare delle provocanti scarpe rosse di coccodrillo di Christian Louboutin per partecipare a una serie di riunioni di lavoro, inizia a rendersi conto che qualcosa deve cambiare: incredibilmente quei tacchi vertiginosi la portano a una svolta. Jojo Moyes ha un talento speciale nel parlare dritto al cuore delle donne, descrivendo con sensibilità le loro fragilità e la loro grande forza. La mia vita nella tua è una commedia ricca di sorprese e colpi di scena, ma soprattutto una storia sul valore dell’amicizia al femminile.
Bellissimo romanzo sulle seconde possibilità e sulla presa di coscienza di se stessi. Devo ringraziare Silvia Devitofranesco per avermi dato modo di partecipare al review.
Due donne – non più giovanissime – agli antipodi, si trovano costrette ad affrontare un lungo periodo molto stressante durante il quale si vedranno per chi sono davvero: due potenze, due diamanti grezzi che valgono molto più di quello che credono e che gli altri hanno fatto loro credere. E tutto grazie ad un accidentale scambio di un borsone della palestra e a un paio di fantastiche scarpe Louboutin.
Nisha Cantor è una donna odiosa, abituata agli agi e alla bella vita. Lasciata dal marito di punto in bianco dopo 18 anni di matrimonio, non le viene data la possibilità neanche di entrare nell’appartamento dell’hotel in cui alloggiano né di prendere niente, neanche un vestito, visto che il marito è convinto che tutto quello che lei crede di avere, appartiene a lui. Costretta a lottare contro un’ingiustizia bella e buona, non sarà facile per lei scrollarsi di dosso 18 anni di anni di presunzioni e cattiverie, nemmeno nel suo essere nullatenente. Ci vorranno un errore di valutazione da parte di una delle dipendenti dell’hotel e la sua voglia di rivalsa, a farle iniziare un percorso spettacolare verso quel cambiamento di cui ogni persona con il suo atteggiamento dovrebbe imparare a intraprendere.
Sam è una donna comune, una gran lavoratrice che da anni subisce le angherie di Simon, suo capo, che la crede un’incapace solo perché donna. La vita l’ha resa scialba, monotona e abitudinaria. Dopo la morte del padre, suo marito è caduto in una depressione intorno alla quale lei cerca di camminare facendo il minimo rumore possibile, cercando di spronare il marito a reagire, ma senza mai forzarlo. Dopo aver perso il lavoro, Phil non fa che ciondolare in casa, senza fare nulla e allontanando tutti, anche la moglie. Ha una figlia adolescente o poco più molto sveglia e intelligente, che la sostiene, e dei genitori che la sfruttano e la redarguiscono incolpandola di non fare nulla contro la depressione del marito.
Sam è piena delle classiche incombenze della vita di tutti i giorni, di una donna con marito e figlia, un cane e un lavoro che non la soddisfa. Il tutto la porta a sentire il peso del mondo sulle spalle, finché un giorno non trova un paio di Louboutin con tacco a spillo nella borsa della palestra presa per sbaglio. Saranno proprio quelle scarpe l’inizio di una presa di coscienza di se stessa… una presa di coscienza molto molto lenta, però.
All’inizio il romanzo è lento, forse perché ci deve preparare alla seconda e terza parte, forse perché non è il classico libro che sono abituata a leggere ma che ringrazio di aver scelto. Questo è un romanzo che ogni donna dovrebbe fare suo, perché ognuna di noi ci può trovare un appiglio.
L’amicizia incondizionata, la leggerezza e la semplicità delle due coprotagoniste ha aumentato di gran lunga il sorriso sulle mie labbra dopo ogni pagina. Jasmine e Andrea sono due dei migliori personaggi secondari di cui ho letto. Entrambe essenziali per la riuscita della trasformazione delle protagoniste, entrambe capaci di rendere il libro più bello.
Vediamo la forte contrapposizione delle figure maschili: da una parte troviamo Carl e Simon, due uomini incapaci di abbassare la testa di fronte a una donna, di riconoscerne il valore proprio perché donne, maschilisti e crudeli; da un’altra troviamo Phil, un uomo alla deriva, che non accetta di sentirsi male per ciò che gli è accaduto, ma che riesce a fare un cammino, da solo, che lo porterà a confrontarsi con le sue paure più profonde, con i suoi tempi; infine troviamo Aleks, un uomo silenzioso, buono, che parla attraverso ciò che crea, che è presenza costante, stabile e sicura, senza pressare od opprimere.
La capacità delle nostre eroine di far uscire una forza da leonessa dal loro cuore e dalla loro anima, si mescola alla più profonda fragilità, che le rende capaci di vincere contro ogni avversità, pur dovendo lottare sempre di più rispetto agli uomini. Una volta riuscite a capire che valgono davvero, ad accettare di poter far fronte a ciò che sembra loro insormontabile, si sono rese conto di essere in grado davvero di prendere le redini della loro vita e farle fare i giri che vogliono. Certo, non possono farcela sempre e solo con le loro forze, ma non sono sole. Possono chiedere aiuto e permettere a loro stesse di capire che l’unione fa la forza e che è più bello combattere insieme.
Da leggere assolutamente.
Lascia un commento