Review party “Marika – The Even series #4” di Francesca Palamara

 

Marika

Ho vissuto la mia vita in punta di piedi. Ballare non è solo la mia passione, ma anche tutto ciò che mi rende viva, insieme a Brian.

Innamorarmi del miglior amico di mio fratello. Non potevo essere più banale. Non pensavo, però, di essere destinata a lui. Nè lui a me.

Ho sempre voluto andare via da Jacksonville, lui ha fatto il possibile per restarci.

Quando però il mio mondo è andato in fumo e le nostre vite hanno ricominciato a collidere ho capito che forse avevo desideri più grandi da realizzare. E lui è il principale.

 

Brian

Marika? Sbagliata! L’attrazione che provo per lei? Indecente. Ci sono undici anni a dividerci, senza contare che non mi serve un nuovo pretesto per farmi prendere a pugni dal mio migliore amico.

La sua strada è già tracciata e ben lontana dalla mia. Quando però una chiamata inattesa mi fa precipitare in ospedale ecco che i mostri che tengo nascosti dentro di me da anni riemergono. Cercherò di proteggerla con ogni mezzo a mia disposizione. Perché lei è l’unica che danza sulle ferite della mia anima che ancora bruciano.

 

Si continua con la serie Evan e questa volta la protagonista è la piccola Marika. Ultimo della serie, a malincuore e con il groppo in gola dovrò dire addio a questi ragazzi che mi hanno donato tanto.

Ho amato ogni componente del gruppo e non potevo non concludere la serie con la nostra ballerina e il suo primo amore Brian.

Undici anni di differenza e un’amicizia con il fratello di lei saranno i punti focali del suo off-limits, eppure al cuore non si comanda.

Una coppia ben assortita: intraprendente e focosa lei, calmo e caparbio lui, una coppia che ci farà penare.

Il lieto fine non è proprio dietro l’angolo e il brutto incidente di Marika metterà a rischio la ragione.

Il cuore non sarà da solo a decidere, qui c’è in ballo il gruppo, la tournee e un’amicizia decennale.

La scrittura della Palamara è impeccabile come sempre e le sue storie son capaci di farci sognare, in questo volume si parla poco di musica ma in compenso è la vita in sé a prendere le redini e a noi non resta che farci trasportare.

 

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