Isabel Devlin è irlandese, ma da un anno si è trasferita a Tokyo per studiare tecnica del fumetto. Ha talento, è bella, sveglia e determinata a fare strada nel mondo dell’illustrazione. Vive in un monolocale con Mei, una sua compagna di corso e ha una storia con Tyler, un ragazzo di Seattle che frequenta pediatria. Tyler vive con il suo amico di vecchia data Ryuu, un incrocio genetico tra occidente e oriente, un tipo bello e imperscrutabile. Studente modello di neurologia, ma anche sportivo, colto e profondo, questi si rivela essere un vero esperto di kinbaku, l’arte del bondage giapponese. All’inizio Ryuu dimostra una certa insofferenza nei confronti di Isabel, mentre Ty fa di tutto affinché l’amico accetti la ragazza di cui si sta follemente innamorando. Ma quando Isabel si trova a dover superare un esame di disegno sull’arte erotica della legatura, Ryuu acconsente a farle provare la pratica e questo basta ad accendere in lei il desiderio. Appena slegata corre da Ty per essere soddisfatta, ma presto si rende conto che non è lui che voleva. Tra la gelosia e l’insoddisfazione di Ryuu, il desiderio di Tyler di concretizzare con Isabel e lo spaesamento e l’incertezza di quest’ultima, la storia tra i tre si dipana in un crescendo di erotismo e sensazioni non sempre facili da decifrare…
Questo romanzo è una voce fuori dal coro.
Ogni aspetto che lo riguarda si discosta da tutti i libri letti fin’ora, dalle storie a cui siamo abituate, dalle ambientazioni generalmente preferite dagli autori, dal concetto di corpo e sessualità e dall’idea dell’amore in generale …
Voglio quindi avvisarvi: partirete per un viaggio intenso e particolare; ovunque voi siate sarete rapite e rilasciate nel lontano Giappone, dove arte, cultura, saggezza e sentimenti si intrecceranno fra loro creando un vero capolavoro.
Come petali di ciliegio, già uscito in self con il titolo Il filo rosso del destino, fa propria la leggenda del filo rosso, una leggenda che pone l’accento sull’esistenza di un filo invisibile, legato fin dalla nascita al mignolo della mano sinistra di ognuno di noi, e che invisibilmente ci lega alla nostra anima gemella.
Isabel, studentessa d’arte aspirante fumettista, e Ryuu, studente di medicina, nonché depositario della cultura giapponese, all’apparenza non potrebbero sembrare più diversi; qualcosa, però, li accomuna spingendoli a riconoscersi, a creare un legame difficile da ignorare e impossibile da separare.
L’arte fa parte di entrambi, l’anatomia umana fa parte di entrambi; per Isabel si tratta di convogliare le stesse riproducendole su carta, per Ryuu di dare loro vita fondendole in un’unica opera mediante corde e nodi particolari, intrecciati sui corpi di modelle reali. No, non sto parlando di pratiche sessuali sadomaso, ma di una forma d’arte giapponese che l’autrice ha saputo raccontare con poesia, attraverso parole semplici, dolcissime e rispettose della cultura.
E non lasciatevi ingannare dal prologo: niente è più lontano dalle forme di crudo bondage a cui ci hanno abituate le letture degli ultimi anni.
Sarà proprio questa forma d’arte ad avvicinare Isabel e Ryuu, ad accorciare il filo del destino che li unisce, ad unirli.
“Il filo rosso del destino dovrebbe legarmi solo il mignolo sinistro, invece sono finito in un groviglio di fili rossi che mi stritolano e sono tutti nella tua mano”
Difficilmente cito frasi dei libri ma questa mi ha letteralmente conquistata: è significativa, è decisa, proprio come lo sono i protagonisti di questo romanzo, chiama in causa la fiducia ed è estremamente evocativa…
Come petali di ciliegio è esso stesso arte: un romanzo completo sotto tutti i punti di vista, accurato, intenso e depositario di infinite emozioni.
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