Review tour “Kari – The Crimson thrones series” di Monica B.

 

Kári, gigante norreno del vento, non si è mai guardato indietro da quando il suo Pantheon gli ha voltato le spalle, preferendo vivere tra gli umani come cantante di una rock band conosciuta a livello mondiale.
Partecipare al torneo che lo vede come uno dei Quattro Divini Re in grado di salvare il mondo è solo un vanto in più al suo curriculum. Peccato che lui non abbia nessuna intenzione di rischiare la vita per gli altri, mortali o meno.
Cora Ivanova è un geofisico pluripremiato e la sua vita gira attorno alla sua carriera. Negare tutto ciò che è paranormale è per lei una legge inviolabile, finché il mondo che conosce non viene minacciato proprio da ciò che lei crede impossibile.

Fidarsi del gigante norreno piombato nel suo ufficio sarà l’unica soluzione per salvare ciò che ama e ciò in cui crede. Riusciranno i due a mettere da parte le loro diffidenze per salvare il mondo?

 

Siamo purtroppo arrivati al termine di questa serie appassionante e le autrici hanno tenuto in serbo proprio per l’ultimo episodio il protagonista più scanzonato di tutti, forse, per non renderci troppo tristi.

Kári, figlio di Firnjótr e personificazione del vento, Gigante norreno, sfacciato e irriverente, febbrilmente erotico.

Nella mia mente ha avuto da subito le sembianze di Ragnar di Vikings; al momento della stesura della recensione non erano state ancora diffuse immagini ufficiali, ma non credo ci andremo molto lontani!

Frontman di una rock band, groupies come se piovessero, perfettamente integrato nel mondo moderno, Kári ha quella “facciadaschiaffitudine” (perdonate ma non trovo altro termine più adatto) che mi ha conquistato immediatamente.

 

“La renna rincorrerà il canto quando giustizia e lealtà si riuniranno nel freddo della terra”

 

Questo è l’ultimo estratto della famosa profezia che darà indicazioni sulle modalità per annientare l’ultimo Distruttore, ma fino alla fine non si riuscirà ad interpretare il criptico versetto.

 

L’ambientazione di questo quarto e ultimo episodio è il Canada, con trasferte in Alaska, luogo dove si è aperta la nuova faglia infernale ma, a differenza degli altri paladini, Kári non sembra avere armi magiche a disposizione per combattere i ben noti mostri. Non troveremo neppure aiutanti mutaforma, personaggi mitologici o via dicendo ad affiancarlo, ma come guest star dal mondo norreno faranno la loro apparizione Mjol, la pronipote maga, e un nano che ha la straordinaria capacità di irritare la rock star.

La bellissima protagonista femminile che affiancherà Kári è Cora Ivanova, ricercatrice presso il dipartimento di geofisica della British Columbia University. Donna di scienza, bacchettona e impostata, sarà una degna compagna per Kári, e subirà il fascino del Gigante sin dalla prima, lunga e dettagliata, occhiata.

Kári è bello da impazzire, rude, voce paradisiaca, sicuro di sé e seduttore patentato, non ci metterà molto per far capitolare la bella dottoressa, anche perché non è da lui resistere al fascino di una bella donna,

 

“Una tentazione in carne ed ossa, un corpo creato apposta per mettermi in difficoltà. Una donna fatta per peccare punto e io di peccato ne sapevo tanto”

 

Ma, a differenza delle ragazzette solite a cadergli ai piedi, alla fine di ogni concerto si rende conto che la dottoressa è di una pasta totalmente diversa, forse la prima di questo genere con la quale ha mai avuto a che fare.

Cora è una donna che, sin dall’infanzia, ha sofferto la sindrome del bambino plusdotato, sempre troppo giovane rispetto ai compagni/colleghi, mente brillante, corpo da urlo, ha dovuto crearsi una corazza per difendersi da chi avrebbe voluto sfruttare le sue doti. Ma, nonostante questa armatura, il suo lato altruista è decisamente encomiabile, e non ha paura di ammettere le sue debolezze.

“Avevo scoperto che Cora non aveva alcuna paura a mostrare i suoi punti deboli. Anzi. Li tirava fuori con una tale energia che nemmeno sembravano tali.”

 

Cora è sempre stata circondata da colleghi che brillavano più per la mente che per l’aspetto fisico e rimane sconvolta dall’attrazione che si scatena per questo maschio totalmente fuori da ogni suo target.

“La verità era che quel diavolo di un gigante norreno mi stava facendo perdere la testa”

 

Dietro l’aria scanzonata di Kári si nasconde però una tristezza profonda e l’empatia di  Cora riesce a sentirla:

 

“Era malinconico. Lo capivo dall’espressione persa sul suo viso, dagli occhi che sembravano smarriti in un mondo diverso e non nei dettagli della stanza”

 

A differenza degli altri episodi, non dovremo attendere molto per veder scoppiare la passione fra i protagonisti, ma troveremo anche meno parti “piccanti” nel racconto: dopo una vita di alcool sesso e rock, probabilmente Kári si sublima di questa intesa di anime e sono forse più i sentimenti ad incendiargli il cuore, che l’attrazione fisica.

 

“Il nostro bacio durò secoli, o forse solo attimi profondi”

 

Così come dovrà scoprire la potenza dell’amore dentro di sé, il Gigante dovrà superare un altra prova con il suo passato e l’orgoglio affinché riesca a trovare il bandolo della matassa ed uscire dall’ impasse con i mostri che stanno prosciugando la nazione.

Era smarrito, Kári. Lo notavo nei suoi gesti, nelle sue azioni. C’era qualcosa che ancora lo frenava. Se fosse paura per se stesso, per me o per noi, non avrei saputo dirlo”

 

L’acume della ricercatrice gli sarà estremamente d’aiuto e la sua intraprendenza andrà spesso a collidere con la parte arrendevole del gigante.

Anche in questo episodio troviamo un doppio pov, essenziale per comprendere i protagonisti, palpiti e avventura.

 

Una degna conclusione per una serie bellissima che ci regalerà anche un momento di reunion fra i vari protagonisti.

 

Ognuno di loro è stato meraviglioso a suo modo, abbiamo amato la luce e l’oscurità, caratteri più o meno ostici, ma quello che hanno in comune Seth, Lugh Nergal e Kari è il fatto di aver popolato le fantasie delle lettrici innalzando la temperatura della stanza di qualche grado e, personalmente, sento già la mancanza di ognuno di loro.

 

Si sa che ogni cosa bella deve avere la sua fine e voglio ringraziare Laura, Francesca, Maria e Monica per aver dato vita a questa saga, mantenendo ognuna le proprie caratteristiche, ma fondendosi al punto da creare un lavoro splendido!

 

 Anna

firma Claudia

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