Lei vive per colori che nessuno può vedere. Lui gode nel distruggere gli altri. In una spirale di violenza e dipendenze, chi sopravvivrà?
Mimì è una ragazza che ama l’arte, con cui esprime se stessa. Ogni forma vive di colori differenti che cerca in ogni modo di catturare per mostrarli al resto del mondo, che la considera pazza. Questo le ripete da sempre il padre, costringendola a nascondere il problema. Finché nella sua vita non irrompe il nero, assoluto come mai ne aveva incontrati e che nel contrasto rende il resto più intenso.
Il Ronin, dopo l’incarcerazione del braccio destro, sprofonda nella noia. Ma lei attira la sua attenzione e risveglia il predatore, che trova in Mimì un nuovo giocattolo reso interessante dai disturbi che palesa. La vuole e non esita a pedinarla, minacciarla, fino ad affondare gli artigli nella sua mente.
Sfruttando le paure di Mimì, lui riesce ad allontanarla dalla famiglia e dagli amici, isolandola. Tuttavia, proprio la follia che tanto lo alletta si rivela un elemento difficile da controllare. Lei è consapevole che il Ronin è pericoloso, ma è anche l’unico a non volerle portare via i colori che le permettono di respirare.
Quando il gioco perverso del Ronin diventerà il suo punto debole e Mimì dimostrerà di poterne prevedere i bisogni, chi vincerà l’ultima mortale sfida?
«Non posso andarmene, voglio stare con te. Io devo stare con te.» Lo raggiungo barcollando e allungo le mani sul suo petto. «Fai tutto quello che vuoi… Annientami, ma amami.»
Scoppia a ridere e mi aggrappo al giubbotto. «Amare? Io non so amare. Io possiedo: le cose, le persone, tutto ciò che mi pare.»
Rotten souls è lo sconvolgente terzo volume della serie Criminal scars. Un romanzo psicologico dark, non indipendente e con cliffhanger finale, che parla di disturbi mentali in un ambiente estremo e violento.
È la prima volta che mi capita di guardare la schermata del PC e non sapere minimamente da dove iniziare o cosa dire.
La Synd ci aveva avvisate, sapevamo perfettamente a cosa andavamo incontro aprendo il libro, ma tra il pensare e il vivere realmente cosa accade in queste pagine, c’è una sostanziosa differenza.
Inizio subito con il dirvi che i temi trattati non sono per tutti e che quindi, se decidete di approcciarvi a questo libro, dovrete essere pronti a tutto, a tutto ciò che potete immaginare e anche a ciò che va oltre la vostra immaginazione.
È un romance? No, assolutamente no, perché ciò che la Synd ci racconta in queste pagine non ha niente a che vedere con l’amore. Un amore malato e marcio sicuramente sì, ma niente a che vedere con l’amore fatto di rose e fiori.
Ronin e Mimì sono due persone diametralmente opposte, lei è fatta di colori e lui è fatto di nero, ma non il nero comune, bensì quello della pece, appiccicoso e vischioso, quello che ti si attacca addosso e non ti lascia più andare.
Ronin vive grazie al dolore altrui, trasforma la sua noia con l’assoggettare a proprio piacimento la preda più adatta, si nutre delle paure altrui e respira grazie ai frammenti delle anime che gli capitano a tiro.
Mimì vede il colore ovunque, non si sente capita e non si sente accettata nemmeno dalla sua famiglia, ma dopo il primo incontro con gli occhi del suo carnefice capisce che ciò di cui ha disperatamente bisogno è quel nero profondo che vede attorno a Ronin. Lui è il male e lei lo sa, lo accetta e lo accoglie, perchè sembra essere l’unica soluzione che riesce a placare i suoi demoni.
Luce e oscurità, insieme non possono coesistere e separati si sentono incompleti.
Quello che c’è tra Ronin e Mimì non è classificabile con nessuna targhetta, non si riesce a spiegare, va solo capito e, per quanto possibile, accettato. Si fa fatica a guardare oltre la facciata? Assolutamente sì, ma è proprio qui che entra in gioco la bravura dell’autrice, la Synd ti fa entrare nella vita di queste anime disfunzionali, cerca di farti capire perché si comportano in questo modo e soprattutto riesce a spiegartelo facendoti vivere e sentire migliaia di sensazioni diverse.
Non vi racconterò la loro storia, quella va letta, vi dirò solo che dovete prepararvi ed essere forti, io ci ho provato e ho ceduto più di una volta, ma se mai mi chiedessero se sono pronta a ripetere l’esperienza, direi di sì senza nessun tentennamento.
Questo libro, dal mio punto di vista, era dovuto, perché conosciamo Ronin sotto tante sfaccettature diverse durante la lettura dei primi due libri della serie, ma non conosciamo mai veramente chi si cela dietro al “Nero”.
Siete pronti a farvi prendere a pugni nello stomaco?
Io al momento capisco perfettamente come si sente un sacco da box a fine allenamento, ma nonostante questo, vi assicuro che ancora una volta la Synd mi ha reso felice!
Lascia un commento