Hai mai sognato di lavorare per il New York Times e vivere in un’eccitante città piena di fascino?
Vesti i panni di Emily Norton, una giornalista immersa nella cultura della Grande Mela, affronta la sua quotidianità e confrontati con le sfide che potrebbero cambiare la sua vita sentimentale e professionale. Tu sei Emily e il vostro destino è nelle tue mani.
Eccomi qui con voi a parlarvi di questa lettura. Un genere assolutamente nuovo per me, la mia prima esperienza di lettura di un game book a tema romance, unico nel suo genere.
Non avevo mai letto nulla di simile e devo dirvi che ero leggermente spaventata all’idea ma, dopo aver capito la dinamica, sono andata spedita fino alla scelta finale; vi dirò di più, non felice, ho ricominciato dall’inizio e ho preso strade diverse su svariati capitoli in cui ero fortemente indecisa su quale scelta compiere.
Partiamo però dall’inizio: tu lettore sei Emily, le autrici ti spiegano molto bene chi sei, cosa fai e come va la tua vita fino al momento del primo capitolo e da quel momento in poi se tu che creerai il destino del tuo personaggio, pagina dopo pagina.
Essendo un romance, tutte le scelte coinvolgono la tua vita sentimentale e, da quelle, dipendono le tue lacrime o la tua felicità e credetemi, a volte ho fatto fatica a cliccare e andare avanti, entrambe sembravano giuste ed entrambe mi attiravano, per questo ho deciso poi di leggerlo per tre volte per vedere quale finale mi si addiceva di più…
Alla fine della lettura mi sono ritrovata a sorridere, perché possiamo dire che giocare leggendo non mi era mai capitato e il mio parere su questo è parecchio positivo, molto probabilmente leggerò altro fatto in questo modo per capire se la prima impressione è stata quella giusta.
La scrittura delle due autrici è molto fluida e l’unica cosa che posso dire è che il libro è molto molto curato.
L’unica cosa che posso dire di negativo è che la lettura non mi ha emozionato, sono abituata a leggere romance e, per un motivo o per un altro, mi ritrovo sempre a fine lettura con le lacrime agli occhi mentre questa volta, purtroppo, non è successo, ma credo che il problema principale è che essendo il lettore il protagonista principale, non si riesce a entrare pienamente in empatia con il suo ruolo perché, già dopo le prime pagine, si viene messi davanti alla prima scelta e non si ha il tempo di elaborare le emozioni che governano tale scelta.
Tra un capitolo e l’altro non ci sono le classiche spiegazioni del perché il protagonista ha fatto questo piuttosto che altro e, quindi, viene meno quell’attaccamento al personaggio come succede con un qualsiasi altro libro.
Questo, però, non significa che l’esperimento non sia riuscito, ma penso sia più un mio problema in quanto devo sviscerare ogni situazione prima di donare un pezzetto di cuore ai nostri amici immaginari!
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