Da tempo i nobili Picadanias tramano per conquistare nuovi pianeti e accrescere il proprio potere politico. Ma stavolta il giovane lord Frances dovrà affrontare una concorrenza inaspettata e sanguinosa.
L’agente imperiale Sapphire Crissen non ha mai imparato la sottile arte della diplomazia.
Per questo i suoi superiori hanno deciso di fargliela pagare, assegnandolo a un caso spinoso.
Dovrà affiancare il capitano Jen Adur, affascinante quanto infido, e si ritroverà invischiato, suo malgrado, in un gioco di faide, conquiste e vendette.
Dalla capitale ai mercati sotterranei di Arces, dalle foreste nere di Tallin all’arena insanguinata di Pikaen, dalle trame dei contrabbandieri agli intrighi dell’aristocrazia, dalla sofferenza degli schiavi alle lame impietose dello skullball, inizia un lungo viaggio per scoprire la verità. Perché quasi sempre le apparenze ingannano…
I. IL SANGUE NON E’ ACQUA
II. NON E’ ORO TUTTO CIO’ CHE LUCCICA
III. UN NOME E’ SOLO UN SOFFIO
Hi readers Sale e Pepe,
Oggi parliamo di un libro di un’autrice nuova per me, perché non ho mai letto nulla di suo. Mi riferisco a S. M. May e al suo “Trittico dell’inganno”. Il primo racconto di questo Trittico era già stato pubblicato nel 2016 con il titolo “Il sangue non è acqua” (e ha mantenuto lo stesso titolo), segue “Non è tutto oro ciò che luccica”, Oro” in prima stesura. Questo secondo racconto narra la storia di Jen, la sua “seconda possibilità” dopo ciò che accade nel prequel “Il sangue non è acqua” (non vi posso svelare altro).
Dopo cinque anni, tuttavia, l’autrice ha deciso di dare nuova vita a questi due volumi, presentando ai lettori e alle lettrici una versione aggiornata e integrata con un terzo volume.
Posso dire che la divisione nei vari libri è netta e quello che mi è piaciuto di più è il secondo, gli altri due un po’ meno, anche se hanno comunque dei meriti.
In particolare, il primo libro mi ha dato un quadro più completo su Jen e sul suo passato, e quello finale mi ha fatto apprezzare ancora di più un personaggio secondario che mi piacerebbe molto rivedere in una storia tutta sua. A mio parere, però, non ha aggiunto nulla di veramente significativo.
La violenza iniziale mi ha un po’ infastidita, non perché sia particolarmente sensibile, ma perché non me la aspettavo, così ho faticato ad appassionarmi alla storia.
Comunque, superata questa parte ed entrati nel vivo del secondo volume, ho apprezzato sia Jen e Sapphire, sia l’intreccio degli eventi dovuti alla loro missione.
Sapphire Crissen è un detective della caserma di Trenton, proprio in servizio è stato ferito e ora porta cicatrici sul corpo e, soprattutto, nell’anima.
“Sapeva cosa gli stava offrendo. Una visione di rammendi e striature, di cuciture e cicatrici slabbrate. Un corpo massiccio, arti grossi e sgraziati, [..]Fallimento. Difetto. Vergogna.”
Non tollera i vizi e l’arroganza della nobilità e non riesce a nasconderlo.
È testardo, schietto (troppo), incapace di relazionarsi col prossimo, ed è proprio per questi motivi che la sua carriera è in bilico e per “punizione” viene mandato al servizio di Jen.
Jen Adur è il capitano della Milizia, un rarissimo Dorato di Tallin, di una bellezza ammaliante, ma è tanto bello quanto freddo e algido.
È un ex campione di Skullball, acclamatissimo nell’arena, un combattente letale e la sua ferocia è forte tanto in campo quanto nella vita.
“Strano e bellissimo, erano gli unici aggettivi che si affacciavano alla sua mente. E pericoloso.”
Entrambi i protagonisti sono coraggiosi, orgogliosi, pronti al sacrificio, e anche se hanno approcci diversi nelle situazioni, non farebbero mai qualcosa per ferire i più deboli, anzi, hanno sacrificato tanto per proteggere il loro prossimo.
Il fatto di essere così diversi e allo stesso tempo così simili è proprio ciò che fa scoccare la scintilla.
“La verità era semplice e amara: lui e il detective erano due idioti identici, pieni di complessi verso se stessi e di pregiudizi verso chiunque non fosse uguale a loro.”
Alla parte romance si mixano bene l’azione e la suspence per l’indagine. Il tutto risulta ben descritto, ma con qualche alto e basso nel ritmo e nel coinvolgimento che mi ha suscitato.
Una nota di merito va al worldbulding che ho trovato ben descritto: galassie lontane dove esseri alieni e umani convivono, fra modernità tecnologica e un sistema di leggi che si basa sul potere di pochi e lo sfruttamento di molti.
In una rappresentazione della società che, per certi versi, mi ha ricordato quella in cui viviamo, pochi politici e ricchi che decidono per il resto del mondo.
Per concludere, come dicevo all’inizio, non avevo ancora letto nulla dell’autrice, per cui non conoscevo le prime stesure dei racconti, mi sono buttata nella lettura perché sono stata davvero incuriosita dall’ambientazione. Devo dire che non me ne sono pentita, anzi, anche se, secondo me, non è un libro perfetto ma con tanti alti e bassi, ho comunque apprezzato molto la storia e lo consiglio.
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