Sono sempre andato avanti, sopravvivendo, giorno dopo giorno, al passato ingombrante che mi trascinavo dietro da anni.
Non pensavo di meritare la felicità, di poter sognare un futuro, almeno fino a quando non ho incontrato lei: il mio raggio di sole.
Quando la distruzione incontra la pace.
Così Mirko incontra Gaia, in un giorno qualunque, su quel ring che credeva essere posto fuori dal mondo.
Gaia è il sole, la sua luce immensa lo investe e lo fa arretrare di qualche passo, tenendo le apposite distanze “Ho… ho troppe cicatrici”.
Il velo di mistero che lo ricopre spinge Gaia ad approfondire la conoscenza, sfida quel
carattere scontroso e burbero, recuperando lentamente spazio e tempo.
Lui così imperfetto, danneggiato, fallito e nullità, parole che gli risuonato in testa ogni volta che cerca di trovare il suo posto nel mondo o che cerca di provare una qualsiasi emozione.
Ricordi, ferite che si aprono al calar del sole…
Un fuggi-fuggi perenne, un prendi e lascia, demoni da sconfiggere, un passato che ritorna prepotentemente ogni notte, e non basterà il suo raggio di sole ad acquietare la sua anima spezzata e sanguinante.
Come un castello di carta, il loro rapporto fragile affronterà varie difficoltà.
Mi sono spezzata insieme ai protagonisti ho amato e, devo ammettere, anche odiato Mirko per quella sua ritrosia, l’ eterno scappare dai sentimenti.
Odiato e amato così intensamente che alla fine del libro ero sfinita dalle emozioni intense che sospiri e lacrime non sono bastate a calmarmi.
“Tu mi fai desiderare cose che mai avrei immaginato di volere. Sei il panorama che mi toglie il respiro ogni volta che mi perdo a guardarlo. Sei il faro in mezzo alla tempesta che mi fa tornare a casa. Sei… sei… sei il regalo più bello…”
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